Perché Santi tra le mani

Vi siete mai trovati fra le mani un santino?
Naturalmente non quelli odierni, magari che conservava vs nonna?
Bene voglio farvi riflettere su un punto .
Quel santino è molto più di un "pezzo di carta".
Non rappresenta solo un immagine da coservare .
Immaginate solo per un momento perchè vi ritrovate quel santino, perchè qualcuno lo ha conservato gelosamente !
Perchè magari gli è stato donato da una persona cara, o solo perchè era devoto a quel santo.
*Ma la cosa affascinante è il ritrovare su alcuni di essi scritte in bella o brutta grafia, frasi di preghiera, di augurio, di ricordo o di dedizione o magari solo una firma o una data.
Per lo più a volte sono parole semplici o anche forbite poesie magari in rima . Quindi testimoniano una fede autentica e un epoca che è passata.*(frase del collezionista Mario Tasca)
Per non parlare poi della loro bellezza intrinseca santini fatti a mano, disegnati e colorati da mani leggere e esperte, da artisti per lo più ignoti che hanno creato piccoli capolavori .
In questo mio blog, oltre a presentare la mia collezione che potete visionare nella slide a destra settimanalmente, prenderò in esame un santino o un argomento che mi sta più a cuore cercando di darvi più notizie possibili.
Ovviamente si accettano commenti critiche suggerimenti e approvazioni.
Buona lettura!

FRASI CELEBRI

"Chi è
capace di creare immagini,
come e quando vuole,
non conosce la tristezza
della realtà quotidiana
e può dar libero sfogo
alla magia delle sue allucinazioni"
S.Dalì

Ogni grande opera d'arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità
Daniel Barenboim

Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw
Vivere nel mondo senza diventare consapevoli del suo significato è come aggirarsi in una grande biblioteca senza toccarne i libri.
[Manly P. Hall]
"Il SAPERE rende LIBERI è l'Ignoranza che rende PRIGIONIERI".
Socrate


PREFAZIONE
LA FILICONIOMANIA DI GIOVANNI BATTISTA BONDESAN

E' l'interesse per la cultura in generale, e la forte passione per un prezioso settore storico ed artistico purtroppo trascurato che a partire dal 2002 ha impegnato con fervore singolare Giovanni Battista in una rigorosa, approfondita e puntuale ricerca.
La quale non si è svolta in un ambito ristretto, ma via via si è estesa ai Santuari, alle Chiese, agli Archivi, alle Biblioteche, ecc. ecc. fino alle persone interessate e sensibili, da quelle colte e titolate alle più semplici, depositarie "spesso" di Immaginette devozionali, conservate gelosamente e ordinate per il gusto di collezionare e per il piacere di conservare il ricordo tramandato.
Si tratta a mio avviso di una "mania" encomiabile, che va molto apprezzata e sostenuta per un duplice motivo.
Il primo consiste nel fatto che Bondesan con le sue originali ricerche, sempre rigorosamente documentate, sta arricchendo con nuovi contributi questo significativo settore dimostrando tra l'altro, come l'arte "dei Pezzettini di Carta" non è "Minore" ma esprime con la più alta dignità l'evoluzione della cultura e l'intreccio tra la componente Cattolica Cristiana e l'influenza di impliciti elementi del Classicismo Greco e del Giudaismo sino a cogliere talvolta sottili implicanze con alcune espressioni della cultura Massonica.
Ritengo che siano soprattutto validi i suoi efficaci interventi chiarificatori sui significati della complessa ricca ed insieme misteriosa simbologia ricorrente.
Il secondo motivo, anche da lodare sta nella opportuna e instancabile divulgazione degli esiti via via acquisiti con le sue faticose ricerche e con studi approfonditi sia attraverso il dialogo con tutti coloro che si interessano di queste problematiche sia in occasione dei convegni che nei chiari e frequenti interventi sul Blog.
In conclusione auguro a Giovanni Battista di raccogliere finalmente tutte le soddisfazioni che merita, in quanto giovane studioso e che possa continuare ad arricchire con il suo esemplare entusiasmo.
Professor Vittoriano Caporale
Ordinario in quiescenza di Storia della Pedagogia Università di Bari e già Docente di Storia delle Tradizioni Popolari Università di Taranto sede distaccata di Bari.

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domenica 1 luglio 2012

Un collezionista in erba Federico Peiretti


Se  tutti noi collezionisti internauti abbiamo imparato a conoscere Donata Carolillo eleggendola a nostra mascotte.
E' con immenso piacere che oggi vi presento un collezionista per così dire in erba, infatti Federico Peiretti, questo il suo nome, nasce a Torino il 6 ottobre 1993.
La passione per i santini gli viene trasmessa sin da piccolo da suo fratello maggiore Stefano, e  ad oggi possiede una ricca collezione.
In questi anni, non li ha solo collezionati ma ha anche iniziato a studiarli, trasformando una semplice raccolta in una vera e propria collezione e a compendio dei suoi studi, per i suoi esami di maturità  nel prestigioso Liceo Scentifico di Torino Faà di Bruno  ha preparato una Tesina su " Le immaginette devozionali : i Santini (XIV al XX secolo) con capitoli davvero interessanti dall'iconografia della santissima trinità  a Dante e il suo XXXIIImo canto del paradiso, dai santini durante la Grande Guerra ai patti Lateranensi per terminare con le quotazioni.
Ora vi lascio a una breve presentazione di Federico e alla sua Tesina. 
Ovviamente, faccio i miei migliori auguri a cui si associeranno sicuramente tutti coloro che leggeranno questo post, a Federico per la sua Maturità e per il suo futuro pieno di soddisfazioni e perchè nò, finalmente di poter possedere e tenere "Tra le mani" un santino settecentesco. 

Ciao a tutti!
Mi chiamo Federico, vengo da Torino e sono un appassionato, nonchè collezionista, di santini.
Ho conseguito da poco l'Esame di Stato 2011-2012 presso il Liceo Scientifico Faà di Bruno di Torino, discutendo la tesina "Le immaginette devozionali: i Santini (dal XIV al XX secolo)".
Mi è stata trasmessa questa passione da mio fratello, che iniziò a raccogliere le prime immaginette quand'era piccolo.
Grazie a questa ricerca sono riuscito a "trasformare" una semplice raccolta in una vera e propria collezione, per DEVOZIONE e per CONVERSARE CON DIO, come dice Santa Teresa nella sua famosa citazione.
Colleziono santini prodotti fino al 1950, senza dimenticare le attuali case editrici Egim, Fratelli Bonella e Cromo NB.
Prediligo principalmente i santini in pizzo editi da Letaille, Turgis, Dopter....
Purtroppo non mi è mai capitato di avere tra le mani un canivet settecentesco, ma mi piacerebbe tantissimo possedere o in qualche modo ammirare da vicino almeno uno di questi capolavori intagliati con la tanta pazienza degli artisti.




                                                               PEIRETTI FEDERICO

                                                  LICEO SCIENTIFICO FAA’ DI BRUNO


                                                                    ESAME DI STATO
                                                                          2011 - 2012
                      LE IMMAGINETTE DEVOZIONALI:
                      I SANTINI DAL XIV AL XX SECOLO
"Ecco un piccolo strumento che potrà aiutarvi! Cercate di avere un'immagine oppure un dipinto di Nostro Signore e non accontentatevi di portarlo sul cuore, senza mai guardarlo, ma usatelo per conversare con lui".
(St. Teresa d’Avila)
INDICE
Breve storia del santino pag. 2
La struttura del santino pag. 6
Iconografia e simbolismo: La Santissima Trinità pag. 8
La visione di Dio nel Canto XXXIII del Paradiso dantesco
Santini a soggetto militare e commemorativi pag. 10
Santini della Prima e Seconda Guerra Mondiale
Santini celebrativi dei Patti Lateranensi
Filiconia pag. 14
I criteri di catalogazione
La modalità di conservazione
Le quotazioni
Bibliografia e Sitografia pag. 15
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BREVE STORIA DEL SANTINO
Alcuni studiosi ritengono che la prima icona della storia della cristianità fu quello che San Giuda Taddeo Apostolo portava con sé durante i suoi viaggi per diffondere la parola di Dio, raffigurante il volto di Gesù Cristo.
Le prime stampe popolari a carattere religioso risalgono al XIV secolo grazie all'opera dei monaci benedettini, i quali dedicavano una parte del loro tempo a decorare i testi sacri antichi mediante la tecnica della miniatura.
Verso la fine del secolo, dalla Cina giunse in Europa la xilografia.
Il termine deriva dal greco ìxýlon (legno) e gráphein (scrivere, incidere).
È una tecnica di incisione abitualmente in uso fino agli inizi del Novecento.
 La matrice è una tavola in legno.
La tecnica si distingue in legno di “filo” - se tagliato con la sgorbia longitudinalmente rispetto al tronco - e di “testa” - se tagliato con il bulino trasversalmente.
 Il procedimento veniva eseguito a mano, incidendo e inchiostrando con un rullo la tavola. Successivamente il disegno veniva stampato su carta: le parti scavate risultavano bianche, mentre quelle in rilievo venivano impresse sul foglio.
A discrezione dell'artista, la stampa poteva essere abbellita a mano con i tipici colori primari.
I soggetti raffigurati erano prevalentemente: Gesù Bambino o Crocifisso, la Madonna e i Santi più noti e venerati. Inizialmente le xilografie venivano realizzate clandestinamente nei monasteri poiché proibite dalle corporazioni per paura di una concorrenza con i miniatori, ma ben presto la produzione passò nelle mani di imprenditori privati.
Venivano distribuite ai fedeli, i quali le usavano esclusivamente per devozione: le incollavano sulle pareti delle case o delle stalle, nelle valigie da viaggio.
Tra le xilografie più antiche ricordiamo la:
Santa Vergine (Museo Nazionale di Bruxelles, 1416),
San Cristoforo (Biblioteca John Rylands di Manchester, 1423)
Madonna del Fuoco (Cattedrale di Santa Croce, Forlì, 1429).
Nel XV secolo, in Europa del Nord, fu introdotta una nuova tecnica: la calcografia (dal greco calcos, rame), nata dall’orafo fiorentino Maso Finiguerra e impiegata fino al XVIII secolo.A differenza della xilografia, la matrice è una lastra di metallo e lastampa risulta in cavo: venivano inchiostrati i solchi, detti cavi, e poi impresso il foglio con l’utilizzo del torchio.
Esistono diversi tipi di tecniche calcografiche che prendono il nome dallo strumento usato.
Per quanto riguarda i santini ne furono impiegati prevalentemente due: l’incisione a bulino e l’acquaforte.

La prima è un procedimento diretto, ove l’artista incideva la lastra di rame con il bulino, un piccolo arnese di acciaio con punta triangolare e con bordi affilati, senza ricorrere a mediazioni chimiche.
 La seconda invece è un procedimento indiretto, ove si creavano i solchi mediante l’azione dell’acido nitrico.
La tecnica calcografica permetteva la stampa di una gran quantità di immaginette seriali in bianco e nero, o miniate in oro, con coloriture d’epoca, su carta o pergamena molto raffinate e sfumate nei contorni.
Nel periodo della Riforma, la Chiesa favorì la loro enorme produzione e diffusione grazie all’attività missionaria dei Gesuiti e non solo, anche grazie a grandi personaggi come Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce, San Francesco di Sales.
Il santino diventò uno dei principali strumenti per la resistenza cattolica e la catechesi
dei fedeli.
 Primo importante centro di produzione fu la città di Anversa dove si formarono vere e proprie dinastie di incisori come i Wierix, i Gallè, gli Huberti e i Van Merlen.
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 Un'altra città famosa per la produzione e la diffusione del santino fu Parigi.
Verso la metà del Cinquecento gli artisti francesi formarono una scuola in rue Montorgueil, accanto alla Chiesa di Sant’Eustachio, specializzata nell’incisione su legno. Intorno al 1580, gli artisti subirono l’influenza della produzione fiamminga, si trasferirono in rue St. Jacques specializzandosi nell’incisione su rame.
Jacques Callot fu uno tra i più importanti artisti francesi che realizzò, oltre a un notevole numero di incisioni artistiche, una grande quantità di immagini religiose molto ricercate dai collezionisti.
Famosa è la sua serie de
Le immagini di tutti i santi e di tutte le sante del Martyrologium Romanum
formata da circa 493 acqueforti e dedicata a Mons. Card. Richelieu.
In area tedesca invece fu nella città di Amburgo che si concentrò la maggior parte dell’attività grazie a famiglie d’artisti come i Klauber, attivi dalla metà del XVIII fino alla metà del XIX secolo.
Quest’arte “minore” giunse anche in Italia nel Seicento ad opera della famiglia Remondini di Bassano del Grappa, la quale realizzò una grande varietà di soggetti sacri usando sia la xilografia sia la calcografia e distribuite in Europa, in Russia e in Sud America grazie ai venditori ambulanti originari della Valle Tesina, i cosiddetti Tesini. Durante il XVIII secolo, oltre alla produzione seriale, venivano realizzati i santini manufatti su carta o pergamena di provenienza conventuale, disegnate e dipinte a mano. Tipici furono i canivets, che presero il nome dal termine francese canif  un piccolo temperino a lama stretta impiegato per incidere la carta e la pergamena creando pizzi merlettati di grande effetto.
Al centro veniva dipinta una piccola miniatura e in basso veniva applicato un cartiglio con il nome del santo
Tra i due elementi si era soliti ornare con varie forme realizzate con l’intaglio che presentano significati differenti: l’otto disposto orizzontalmente che simboleggia l’infinito; il cuore che rappresenta l’amore; il cerchio che indica la ciclicità della vita.
Sono fra le immagini devozionali che oggi hanno raggiunto le maggiori quotazioni sul mercato, arrivando a superare 1.000 Euro.
Accanto ai canivets, si diffusero gli
intagli-collages, che venivano realizzati tagliando ed incollando su carta materiali diversi fra loro (seta, velluto, perline, fili d’oro e d’argento).
Tra i soggetti raffigurati ricordiamo: piccoli Calvari, Croci, Santi, la Vergine, ma soprattutto Gesù Bambino in fasce e vestito.
Sono santini unici, molto ricercati dai collezionisti, con un valore di mercato elevato.
Una nuova produzione di stampe popolari, che non possiamo non menzionare, diffusa in Francia a partire dalla fine del XVIII secolo fino intorno alla metà del XIX secolo, è quella delle Imagerie d'Epinal, realizzate su un foglio, detto planche, il quale ne poteva contenere diversi, di misura cm. 5 x 7, o poco più grandi, su carta molto leggera, in xilografia, colorati a mano ad acquerello o tempera con tecnica a pochoir, poi ripresa anche dal nostro italiano Meschini intorno agli anni ‘30 del XX secolo.
La definizione Imagerie d'Epinal si deve al nome della tipografia fondata nel 1796 ad Epinal da Jean-Charles Pellerin, nato nel 1756 e morto nel 1836 nell’omonima città, ma già nel 1822 aveva ceduto l'attività al figlio Charles Nicolas.
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I Pellerin non furono i soli a realizzare questo tipo di immagini, ma senza dubbio furono essi a creare un vero e proprio stile conosciuto poi in tutto il mondo.
Estremamente delicati, in quanto, come accennato, stampate su carta molto leggera, sottilissima in alcuni casi, e perciò facilmente deperibile, sono oggi molto ricercati dai collezionisti.
Ottime anche le quotazioni che partono da un minimo di 15,00 Euro fino a raggiungere massimi di 50,00 Euro.
Nell’Ottocento vengono introdotte nuove tecniche di stampa.
Prima fra tutte lalitografia, inventata dal cecoslovacco Alois Senefelder nel 1796 a Monaco di Baviera.
La matrice è rappresentata da una pietra calcarea (dal greco lithos, ossia pietra) a grana finissima.
Si realizza il disegno direttamente sulla pietra con una matita grassa; si bagna la pietra con l’acqua e con un rullo si cosparge d’inchiostro, il quale aderisce solo alle parti non bagnate, infine si preme il foglio per mezzo di un torchio. La stampa non risulta né a incavo né in rilievo, bensì in piano, e ciò aumentò notevolmente la possibilità di tiratura, riducendo i tempi e i costi di realizzazione.
Con l’avvento del Romanticismo in Europa, verso la metà dell’Ottocento, molti editori parigini abbandonano rue St. Jacques e si spostano in rue St. Sulpice accanto all’omonima chiesa. Questa darà il nome al nuovo stile denominato sulpicien che comprenderà immaginette dai colori vivaci, trinate a punzone e siderografie.
La siderografia è una tecnica di incisione su lastra di acciaio, che a differenza delle lastre di rame utilizzate sino ad allora, presentavano il vantaggio di essere più resistenti all'usura e pertanto capaci di più alte tirature.
L’incisione della matrice avviene mediante l’uso di macchinari industriali. 
Spesso fu unita alla litografia dando vita alle immaginette con la cornice in litografia e l'immagine centrale in siderografia.
 Fu accostata anche alla stampa a punzone permettendo la creazione dei cosiddetti santini di pizzo con l’immagine in siderografia colorata a mano, o in litografia in bianco e nero, poi applicata al canivet meccanico.
Ciò permise agli editori di imitare, nelle forme e negli elementi decorativi, i canivets settecenteschi.
Si tratta ormai di una produzione seriale e non più di un pezzo unico creato dalla mano e dalla devozione dell’intagliatore.
Tra le più note case editrici ricordiamo la Bouasse-Lebel, la Basset, la Dopter, la Turgis e la Letaille.
Una menzione a parte va fatta per la scuola praghese, di cui i suoi massimi esponenti furono i fratelli Josef e Leopold Koppe che esercitarono la loro attività intorno alla metà del XIX secolo.
Pur conoscendo l’arte litografica, continuarono ad impiegare la tecnica xilografica con coloritura a mano dando vita a vere e proprie opere d’arte oggi molto ricercate e con una notevole quotazione di mercato.
Tra il XIX e il XX secolo in Europa si va diffondendo una nuova corrente artistica:l’Art Nouveau.
Questo stile interessò l’architettura e le arti decorative, influenzando anche la grafica religiosa: i santini presentavano per lo più parti in rilievo ed elementi decorativi floreali. Le tematiche floreali erano particolarmente frequenti: al linguaggio dei fiori venivano attribuiti significati esoterici e simbolici che dal piano dell’amore profano si trasferiscono a quello dell’amor sacro.
La tecnica prevalente fu la cromolitografia.
Il termine deriva dal greco chroma (colore), lithos (pietra) e graphia (disegnare).
È un procedimento di stampa litografica ottenuto sovrapponendo tre pietre per i colori primari oppure tante pietre quanti sono i colori da rappresentare.
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 Le cromolitografie, specialmente italiane e francesi, furono diffuse in tutto il mondo ad opera degli emigranti in cerca di fortuna.
Assunse un ruolo importante anche la fotografia applicata su cartoncino litografato o su celluloide e la fustellatura, procedimento meccanico che permette di tagliare il foglio di carta al fine di ottenere sagomature o dentelli ai margini.
Lo strumento d’acciaio utilizzato è detto fustella.
Nel corso del Novecento la produzione di immaginette religiose iniziava a perdere il suo valore: la carta era di qualità inferiore, i colori prevalenti erano il bianco e il nero.
D’altra parte si ottenevano un alto numero di tirature a costi molto contenuti.
Inoltre produceva nuovi stimoli: si pensi alle immagini realizzate a pochoir (stampino, in francese) da Giovanni Meschini.
Venivano dipinti in serie disegni già stampati, mediante una serie dimascherine, stampini di lamina sottile in zinco con parti ritagliate in corrispondenza delle zone da colorare entro le quali il colore veniva steso con pennelli a pelo corto ed infine si rimuovevano gli stampin.
Sono molto preziose e difficili da reperire.
La decadenza si accentuò maggiormente nel periodo delle due guerre mondiali, segnato da una profonda crisi economica. Due furono le tecniche più impiegate: la stampa in off-sete il monocromo al bromuro in seppia.
La prima, utilizzata tuttora, è un’evoluzione della litografia inventata dall’operaio russo Yva Rubel.
Si tratta di una stampa piana: attraverso una matrice di zinco l’immagine viene trasferita su un cilindro di caucciù e da quest’ultimo impresso sul foglio di carta.
Il monocromo invece è un procedimento chimico, detto viraggio, applicato a una stampa fotografica. Può essere al bromuro – il termine si riferisce alla gelatina al bromuro d’argento – oppure in seppia – si riferisce all’intonazione.
Tra le case editrici che hanno segnato la storia del Novecento italiano ma anche europeo ricordiamo la Santa Lega Eucaristica, l’AR, l’EB, la Ed.G.Mi (attiva ancora oggi col nome Egim), Cromo NB (attiva), Fratelli Bonella (attiva).

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LA STRUTTURA DEL SANTINO
Il cuore di Santa Gertrude



Ch. Letaille edit. Pontifical
PL. 381
(collezione F. Peiretti)
IL RECTO
Il recto è la parte anteriore del santino.
È formato da:
1.
Bordo (o margine) : liscio, fustellato, centinato o sagomato
2.
Cornice : traforata a punzone, di pizzo o a rilievo
3.
Fondo : parte dove non insiste l’immagine.
4.
Immagine
5.
Titolo : indica il soggetto raffigurato nell’immagine.
6.
Casa editrice – Artista : solitamente indicata sotto l’immagine o sul verso.
7.
Titolo e Numero di Serie : indicato nelle immaginette seriali accanto alla casa editrice.
7

IL VERSO
Il verso è la parte posteriore del santino.
È formato da:
a) Preghiera
b) Imprimatur : autorizzazione ecclesiastica alla pubblicazione di una preghiera, spesso recante una data che non coincide necessariamente con la data effettiva di produzione del santino.
c) Casa editrice – Artista
d)
Titolo e Numero di Serie
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ICONOGRAFIA E SIMBOLISMO:
LA SANTISSIMA TRINITÁ



Grispoldi Gaspare
Sancta Trinitas Unus Deus, Mise. Nobis
Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia
L’iconografia religiosa popolare rappresenta la Santissima Trinità con molteplici forme artistiche.
Le prime risalgono all’Alto Medioevo e sono per lo più figure geometriche astratte. 
Tra le più comuni ricordiamo il triangolo equilatero, considerato il simbolo della perfezione.
 È strettamente legato al numero esoterico 3 e non rappresenta solamente la divinità in quanto tale, ma anche l’armonia, la proporzione e l’ascesi dell’uomo verso Dio.
Come notiamo in figura, il vertice del triangolo è rivolto verso l’alto.
Ciò si rifà alla tradizione ebraica e sta ad indicare la natura Divina del Cristo.


Esiste un’ulteriore famosa descrizione della Trinità che possiamo incontrare descritta nel
Liber Figurarum dell’abate Gioacchino da Fiore.





Tavola n. 10 del Liber Figurarum
Gioacchino da Fiore

Il teologo disegnò tre cerchi che si intersecano reciprocamente, così da simboleggiare la pericoresi divina, ossia la compenetrazione reciproca delle Tre Persone.
Il settore comune ai tre cerchi, invece, rappresenta l’unità divina, sottolineata dalla iscrizione latina:
IEUE 1
che traduce il tetragramma divino.
1
IEUE : “I” indica il Padre; “U” il Figlio; “E” lo Spirito Santo. Quest’ultimo è indicato due volte poiché procede sia
dal Padre che dal Figlio.
9
Lo schema teologico di Gioacchino sarà poi ripreso da Dante per descrivere la visione teologica di Dio nel Canto XXXIII del Paradiso:
“Ne la profonda e chiara sussistenza
de l’alto lume parvermi tre giri
di tre colori e d’una contenenza
1;
e l’un da l’altro come iri da iri
parea reflesso, e ‘l terzo parea foco
2
che quinci e quindi igualmente si spiri.”
(vv. 115-120)
1
tre giri...contenenza: il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo sono descritti con l’immagine dei tre cerchi perfetti
di diverso colore. Sono sovrapposti l’uno con l’altro ma è
Uno.
2
‘l terzo parea foco: l’ultimo cerchio pareva fuoco,
veniva dal primo e dal secondo. È lo Spirito Santo, il
respiro di Dio, l’amore che tiene unito il Padre con il
Figlio. Simbolicamente tiene unito tutto ciò che c’è nel
mondo.
Dante riesce ad intravedere il Cristo incarnato grazie all’excessus mentis, poiché la sua mente si eleva ed attinge ad una dimensione sovraumana.
Strettamente legato è il tema dell’ineffabilità: il poeta ripete incessantemente che è impotente nel descrivere questa sublime esperienza.
Parallelamente alla visione teologica, Dante mostra quella metafisica:
“Nel suo profondo vidi che s’interna
3,
legato con amore in un volume
4,
ciò che per l’universo si squaderna
5:
sustanze e accidenti
e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.”
(vv. 85-90)
3
s’internaindica il numero 3,
simbolo della Trinità.
4
volumeè il libro sacro della vita,
le Sacre Scritture.
5
squadernaindica il numero 4, simbolo dell’uomo, ma
anche il dividersi dell’universo nei diversi elementi del
mondo fisico.
6
sustanze e accidentiDante guardò nel profondo e vide
tutti gli esseri e il loro modo di presentarsi nella realtà.
C’è un solo punto, chiamato l’Aleph, da dove si può
guardare tutto e sempre. Questo punto è Dio.
Il canto si conclude con l’immagine di Dio, sommo ed infinito amore, forza che trascina l’universo e gli conferisce un senso:
“l’amor che move il sole e l’altre stelle”(vv. 145)
Alcuni critici esposero il loro pensiero su questa cantica.
Secondo il De Sanctis e il Pistelli, Dante non è riuscito ad esprimere in immagini i più profondi misteri del Cristianesimo poiché Dio è per definizione irrappresentabile.
Benedetto Croce nega l’unità del canto: notò l’inconcepibilità della
visio divinae presentiae
sia sul piano filosofico – è contraddittorio presumere di vedere quel che si può soltanto pensare – sia sul piano religioso – la fede nega al cristiano la visione beatifica prima di essere uscito dalla vita mortale.
Infine Auerbach sottolineò che nel testo sono presenti tutti gli elementi delle forme paleo-cristiane di elogi, da quello dogmatico a quello storico ed emotivo.
10
SANTINI A SOGGETTO MILITARE
DELLA PRIMA E SECONDA GUERRA MONDIALE
La stampa e la diffusione di materiale devozionale a soggetto militare incominciarono a prendere forma nel 1911, anno in cui scoppiò la Guerra in Libia, e proseguì fino al secondo dopoguerra.
 Contribuirono alla loro distribuzione specialmente i cappellan arruolati nell’esercito.
Le due grandi guerre provocarono gravi crisi economiche.
Si assistette ad una vera e propria decadenza del santino: la qualità peggiorò notevolmente così che le case editrici dovettero diminuire i costi e produrre in grandi quantità.
Ciò fu reso possibile dall’introduzione di nuove tecniche come il monocromo in seppia o al bromuro e della stampa in off-set.
D’altro lato crebbe la sua importanza come strumento pedagogico nazionalista e bellicista, pertanto che il fascismo le usò esclusivamente a fini politici e propagandistici.
Io darò la Pace al vostro paese
Santa Lega Eucaristica, Milano
Serie 500 – n. 581
(collezione F. Peiretti)
Le tematiche più frequenti: Dio che benedice le truppe militari; Santi protettori delle armate; Gesù consolatore; immagini patriottiche e pacifiste.
Uno dei principali centri di questa produzione fu la città di Milano, sede di importanti case editrici come la Santa Lega Eucaristica, l’Opera per la Regalità di Padre Gemelli, l’Ambrosiana Riproduzioni, la EB e la Ed.G.Mi. (oggi Egim).

Dio benedice le truppe italiane
Ed. Ambrosiana Riproduzioni
Serie 2000 – n. 2252
(collezione F. Peiretti)
11
SANTINI COMMEMORATIVI DEI PATTI LATERANENSI

 [2]
[1] 

[3]

  
[1] Gasparri, Pio XI, Vittorio Emanuele III,Mussolini

[2] Vittorio Emanuele III,Pio XI, Mussolini 
[3] Pio XI, Maria Regina Pacis, Gesù bambino,l'Italia
Immagini tratte da www.collezionaresantini.com
Le immagini sopra illustrate sono santini devozionali, datati 1929, che vogliono celebrare un grande evento storico per gli italiani-cattolici: la firma dei Patti Lateranensi.
Furono accordi stipulati l’11 Febbraio 1929 da Re Vittorio Emanuele III ed il SommoPontefice Pio XI, i quali nominarono due plenipotenziari: il Card. Pietro Gasparri,
segretario di Stato della Santa Sede, e il Cav. Benito Mussolini, Primo Ministro e Capo del Governo.
Fu risolta e conclusa definitivamente la Questione Romana sorta nel 1870 conl’annessione di Roma al Regno d’Italia sotto la dinastia sabauda.
Nella [1] troviamo i quattro personaggi protagonisti e sullo sfondo il Sacro Cuore di Gesù, affiancato da due angeli e nella [2] solamente il Re, il Pontefice e il Cavaliere.
La [3], invece, è più particolare: il disegnatore ha voluto giustapporre il pontefice e l’Italia che stanno volgendo lo sguardo a Maria Regina della Pace e a Gesù Bambino,testimoni e intercessori celesti per il buon esito del trattato.
In basso a destra è inginocchiato il pontefice nella posizione dell’orante.
Frontalmente è descritta l’Italia, rappresentata simbolicamente da una donna ornata dall’ “elmo di Scipio” che mostra i suoi frutti, e con gesto di cordiale assenso si volge alle figure sacrali, per ricevere legittimazione, offrendo le proprie risorse materiali e morali.
12
I Patti Lateranensi del 1929 constano di due distinti documenti:
il Trattato e il Concordato.
IL TRATTATO
È formato da ventisette articoli suddivisi in sette gruppi:
- La Città del Vaticano (art. 1-8):
viene introdotta come religione ufficiale dello Stato italiano la religione Cattolica; viene riconosciuta come stato la Città del Vaticano riconoscendo alla Santa Sede la piena proprietà e l’esclusiva potestà e giurisdizione sovrana; l’Italia assicura allo Stato Vaticano la dotazione dell’acqua, i servizi telegrafici, telefonici, radiotelegrafici, radiotelefonici e postali, la costruzione di una rete ferroviaria e di tutti gli altri servizi pubblici; viene considerato il Sommo Pontefice una persona sacra ed inviolabile ed equiparata alla figura del Re: chi commette un attentato contro il Papa viene punito con le stesse pene stabilite per il reato di lesa maestà.
- La cittadinanza vaticana (art. 9-10):
tutte le persone residenti nella Città del Vaticano sono soggette alla sovranità della Santa Sede; i dignitari della Chiesa e le persone appartenenti alla Corte Pontificia sono esenti dal servizio militare.
- Il diritto di legazione (art. 11-12):
secondo il diritto internazionale, l’Italia riconosce il diritto di legazione attivo e passivo: il ricevimento e l’invio di diplomatici propri o di altri Stati e di legati alle varie autorità religiose e viceversa, direttamente e senza interferenze da parte dell’autorità civile.
- La proprietà della Santa Sede (art. 13-14):
le basiliche patriarcali di S. Giovanni in Laterano, di S. Maria Maggiore e di S. Paolo; la chiesa di S. Calisto presso S. Maria in Trastevere; il palazzo pontificio di Castel Gandolfo ed edifici annessi.
- Esenzioni tributarie e doganali (art. 15-19):
non saranno soggetti mai a vincoli o ad espropriazioni e saranno esenti da tributi sia ordinari sia straordinari verso lo Stato, a causa di pubblica utilità, l’Università Gregoriana, l’Istituto Biblico Orientale Archeologico, il Seminario Russo, il Collegio Lombardo, i due palazzi di S. Apollinare e la Casa degli esercizi per il clero di S. Giovanni e Paolo.
In aggiunta tutti i tesori d’arte e di scienza in territorio Vaticano rimarranno visibiliagli studiosi ed ai visitatori.
- Lo stato dei Cardinali (art. 20-23):
l’Italia dovrà ammettere qualsiasi merce diretta alla Città del Vaticano o ad una istituzione ecclesiastica esente dai diritti doganali e daziari.
Tutti i cardinali godono in Italia degli onori dovuti ai Principi del sangue: quelli residenti in Roma, anche fuori della Città del Vaticano, sono a tutti gli effetti cittadini della medesima.
La Santa Sede dovrà consegnare allo Stato Italiano le persone imputate di atti e di delitti rifugiatesi nel suo territorio.
- La neutralità del Vaticano (art. 24-27):
la Città del Vaticano viene considerata territorio neutrale ed inviolabile e si provvede alla liquidazione dei crediti della Santa Sede verso l’Italia.
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Insieme al Trattato vi sono quattro allegati: il territorio dello Stato della Città del Vaticano; l’elenco e la pianta degli immobili con privilegio di extraterritorialità e con esenzione da espropriazioni e da tributi; l’elenco degli immobili esenti da espropriazioni e da tributi, ed infine la Convenzione finanziaria.
Con quest’ultima lo Stato Italiano si impegnò a versare alla Santa Sede: 750.000.000 Lire in contanti e 1.000.000.000 Lire in titoli di stato al 5%.
IL CONCORDATO
Il Concordato è costituito da quarantacinque articoli. Grazie ad esso la Chiesa diventa una vera e propria collaboratrice dello Stato nella formazione spirituale degli italiani, godendo di alcuni privilegi.
La Sede Apostolica può liberamente comunicare con il clero e i fedeli senza alcunaingerenza del Governo italiano, e avere la possibilità di pubblicare ed affliggere -all’interno od alle porte esterne degli edifici destinati al culto - istituzioni, ordinanze,lettere pastorali riguardanti l’ambito spirituale, in lingua italiana o latina.
Se ritenuto opportuno, l’autorità ecclesiastica può aggiungere la traduzione in altre lingue.
Gli edifici di culto sono esenti da requisizioni od occupazioni e non potranno esseredemoliti per alcuna causa.
L’Italia riconosce come festività religiose tutte le domeniche, il primo giorno dell’anno, l’Epifania, la festa di San Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini, Ss. Pietro e Paolo, l’Assunzione, l’Immacolata Concezione, il giorno di Ognissanti, il Natale.
Durante le solenni liturgie, il celebrante dovrà cantare una preghiera per la prosperità del Re d’Italia e dello Stato Italiano.
Riconosce inoltre il matrimonio religioso e si stabilisce l’obbligo dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Per quanto riguarda il servizio di assistenza spirituale presso le forze armate dello
Stato, il Governo italiano fornisce alla Santa Sede un elenco del personale ecclesiastico.
L’alta direzione è affidata all’Ordinario militare.
Infine i Vescovi, prima di prendere possesso della loro diocesi, dovevano giurare fedeltà al Capo dello Stato pronunziando la formula seguente:
«Davanti a Dio e sui Santi Vangeli, io giuro e prometto, siccome si conviene ad un
Vescovo, fedeltà allo Stato italiano. Io giuro e prometto di rispettare e di far
rispettare dal mio clero il Re ed il Governo stabilito secondo le leggi costituzionali
dello Stato. Io giuro e prometto inoltre che non parteciperò ad alcun accordo né
assisterò ad alcun consiglio che possa recar danno allo Stato italiano ed all’ordine
pubblico e che non permetterò al mio clero simili partecipazioni. Preoccupandomi
del bene e dell’interesse dello Stato italiano, cercherò di evitare ogni danno che
possa minacciarlo»
.
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FILICONIA
Il termine filiconia deriva dal greco filos (amante) ed eicon (immagine) ed indica il fenomeno del collezionismo dei santini.
Già nell'Ottocento in Francia, in Belgio e in Germania si usava raccogliere questi piccoli tesori, ma solo nel 1983 questo nuovo tipo di collezionismo approda in Italia con Gennaro Angiolini, fondatore dell’AICIS - Associazione Cultori ImmaginetteSacre - con sede a Roma.
Nel 2010 nasce la HC Association, la prima associazione internazionale di collezionisti, fondata da Graziano Toni e Biagio Gamba, con sede a Faenza.
Il collezionista si differenzia molto dal semplice raccoglitore di santini poiché cataloga, classifica e prende in analisi gli oggetti che possiede.
Per essere consideratauna vera e propria collezione è necessario che sia ordinata ma soprattutto limitata.
Per la classificazione non ci sono regole da seguire ma si potrebbero suddividere pertematica, per tipologia, per casa editrice o incisore.
I CRITERI DI CATALOGAZIONE
Per catalogare ciascun santino in possesso, si consiglia di creare un database, scritto a computer o a mano, inserendo alcuni elementi essenziali:
- Periodo di produzione (in alcuni casi si riesce a risalire anche all’anno esatto)
- Soggetto
- Incisore / Casa editrice: nome dell’artista o dello stabilimento di produzione.
- Città: sede dell’incisore o della casa editrice.
- Titolo e numero di serie
- Materiale: impiegato per la produzione (carta, pergamena, stoffa…)
- Tecnica principale usata per la stampa (xilografia, incisione a bulino, cromolitografia…)
- Formato: base per altezza, in millimetri
LA MODALITÁ DI CONSERVAZIONE : I santini, soprattutto i più antichi, sono soggetti a deperimento e ad usura se non vengono conservati nel modo giusto.
 È consigliabile inserirli in album all’interno di fogli di carta o all’interno delle modernebuste in plastica, trasparenti o colorate, che li preservano dall’attacco di agenti esterni e non intaccano la coloritura dello stesso.
LE QUOTAZIONI : Non è possibile dare una precisa quotazione a ciascun santino, ma si assegna un valore indicativo che prevede un minimo e un massimo e chedipende dallo stato di conservazione e dal grado di rarità. La quotazione minima è il prezzo medio di mercato relativo ad un’immaginetta integra in tutte le sue parti, quella massima su un’immaginetta senza pieghe, rotture o macchie.
Le quotazioni sono soggette a continue variazioni.
I principali canali di vendita sono i mercatini d’antiquariato e le aste online.
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
-
AA.VV.
Inter Sanctam Sedem et Italiae Regnum Conventiones initiae die 11 Februarii
1929 (Testo originale dei Patti Lateranensi)
- Cammarano Flavio, Florian Aldo
Santini e Storia di un Editore parigino. Maison Bouasse-Lebel
(Litostampa Mario Astegiano, Marene, 2009)
-
Colafranceschi Stefania
Unità e Conciliazione: Una iconografia mariana rivisitata
(Biennale Arte Sacra, Piombino, 2011)
- Franzinelli Mimmo
Il volto religioso della guerra. Santini e immaginette per i soldati
(Edit Faenza, 2003)
-
Gamba Biagio
La serie comune della Santa Lega Eucaristica
(Il Mondo dei Santini Editore, Faenza, 2010)
-
Gulli Grigioni Elisabetta, Pranzini Vittorio
Santini: piccole immagini devozionali manufatte e a stampa dal XVII al XX
secolo (Essegi Editore, Ravenna, 1990)
- Iacobone Pasquale
Mysterium Trinitas: Dogma e Iconografia nell’Italia Medievale
(Pontificia Università Gregoriana, 1997)
- Jacomuzzi, Dughera, Ioli, Jacomuzzi
La Divina Commedia
(Ed. SEI, Torino, 2008)
-
Pranzini Vittorio
Storia breve del santino
(Essegi Editore, Ravenna, 1997)
- Prof. Raviolo Claudio
Paradiso, Canto trentatreesimo (appunti)
-
Sella Dolores
Santini e immagini devozionali in Europa dal secolo XVI al secolo XX
(Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca, 1997)
-
Spamer Adolf
Das Kleine Andachtsbild von XIV bis zum XX Jahrhundert
(Bruckmann, Munchen, ed. originale 1930, ristampa anastatica 1980)
-
Toni Graziano
Primo Catalogo Guida Internazionale dei Santini
(Ed. C.I.F. Srl – Unificato, 2010)
-
Vircondelet Alain
Le immaginette (Le monde merveilleux des images pieuses)
(Ulisse Edizioni, Torino, 1989)
16
- http://www.vatican.va/
- http://www.collezionaresantini.com/
- http://ilcollezionismodeisantini.blogspot.it/
- http://filiconiomaniasantitralemani.blogspot.it/
- http://www.museodelsantino.it/
- http://www.flaviocammarano.it/
- http://www.pierostradella.it/
- http://www.cartantica.it/
- http://www.sansalvatore.bo.it/
Ringrazio gli amici collezionisti Gianni Bondesan, Biagio Gamba, Stefano Fasoli,
Flavio Cammarano e Piero Stradella per la libera concessione delle immagini e per la
loro disponibilità ad aiutarmi a realizzare il sogno che perseguivo da tempo: uno
studio approfondito sul fantastico mondo dei santini!
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 licenza Creative Commons

<a rel="license" href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/"><img alt="Licenza Creative Commons" style="border-width:0" src="http://i.creativecommons.org/l/by-nc-nd/3.0/88x31.png" /></a><br /><span xmlns:dct="http://purl.org/dc/terms/" href="http://purl.org/dc/dcmitype/Text" property="dct:title" rel="dct:type">Le immaginette devozionali: i santini (dal XIX al XX secolo)</span> by <span xmlns:cc="http://creativecommons.org/ns#" property="cc:attributionName">Peiretti Federico</span> is licensed under a <a rel="license" href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/">Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License</a>.


Federico Peiretti.

2 commenti:

  1. Ciao ti interesserebbe un'opera d'arte
    Vera e propria? Non ti propongo un Santino ma la lastra in rame originale incisa a mano della Madonna del fuoco con bambino di Forlì se sei interessato contattami via mail grazie iuribarchi@gmail.com ciao e grazie

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  2. Buona sera ho qualke santino antico anni 30 tipo purgatorio San Antonio santa Lucia natività se vuoi puoi contattarmi? E ti invio le foto

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