Perché Santi tra le mani

Vi siete mai trovati fra le mani un santino?
Naturalmente non quelli odierni, magari che conservava vs nonna?
Bene voglio farvi riflettere su un punto .
Quel santino è molto più di un "pezzo di carta".
Non rappresenta solo un immagine da coservare .
Immaginate solo per un momento perchè vi ritrovate quel santino, perchè qualcuno lo ha conservato gelosamente !
Perchè magari gli è stato donato da una persona cara, o solo perchè era devoto a quel santo.
*Ma la cosa affascinante è il ritrovare su alcuni di essi scritte in bella o brutta grafia, frasi di preghiera, di augurio, di ricordo o di dedizione o magari solo una firma o una data.
Per lo più a volte sono parole semplici o anche forbite poesie magari in rima . Quindi testimoniano una fede autentica e un epoca che è passata.*(frase del collezionista Mario Tasca)
Per non parlare poi della loro bellezza intrinseca santini fatti a mano, disegnati e colorati da mani leggere e esperte, da artisti per lo più ignoti che hanno creato piccoli capolavori .
In questo mio blog, oltre a presentare la mia collezione che potete visionare nella slide a destra settimanalmente, prenderò in esame un santino o un argomento che mi sta più a cuore cercando di darvi più notizie possibili.
Ovviamente si accettano commenti critiche suggerimenti e approvazioni.
Buona lettura!

FRASI CELEBRI

"Chi è
capace di creare immagini,
come e quando vuole,
non conosce la tristezza
della realtà quotidiana
e può dar libero sfogo
alla magia delle sue allucinazioni"
S.Dalì

Ogni grande opera d'arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità
Daniel Barenboim

Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw
Vivere nel mondo senza diventare consapevoli del suo significato è come aggirarsi in una grande biblioteca senza toccarne i libri.
[Manly P. Hall]
"Il SAPERE rende LIBERI è l'Ignoranza che rende PRIGIONIERI".
Socrate


PREFAZIONE
LA FILICONIOMANIA DI GIOVANNI BATTISTA BONDESAN

E' l'interesse per la cultura in generale, e la forte passione per un prezioso settore storico ed artistico purtroppo trascurato che a partire dal 2002 ha impegnato con fervore singolare Giovanni Battista in una rigorosa, approfondita e puntuale ricerca.
La quale non si è svolta in un ambito ristretto, ma via via si è estesa ai Santuari, alle Chiese, agli Archivi, alle Biblioteche, ecc. ecc. fino alle persone interessate e sensibili, da quelle colte e titolate alle più semplici, depositarie "spesso" di Immaginette devozionali, conservate gelosamente e ordinate per il gusto di collezionare e per il piacere di conservare il ricordo tramandato.
Si tratta a mio avviso di una "mania" encomiabile, che va molto apprezzata e sostenuta per un duplice motivo.
Il primo consiste nel fatto che Bondesan con le sue originali ricerche, sempre rigorosamente documentate, sta arricchendo con nuovi contributi questo significativo settore dimostrando tra l'altro, come l'arte "dei Pezzettini di Carta" non è "Minore" ma esprime con la più alta dignità l'evoluzione della cultura e l'intreccio tra la componente Cattolica Cristiana e l'influenza di impliciti elementi del Classicismo Greco e del Giudaismo sino a cogliere talvolta sottili implicanze con alcune espressioni della cultura Massonica.
Ritengo che siano soprattutto validi i suoi efficaci interventi chiarificatori sui significati della complessa ricca ed insieme misteriosa simbologia ricorrente.
Il secondo motivo, anche da lodare sta nella opportuna e instancabile divulgazione degli esiti via via acquisiti con le sue faticose ricerche e con studi approfonditi sia attraverso il dialogo con tutti coloro che si interessano di queste problematiche sia in occasione dei convegni che nei chiari e frequenti interventi sul Blog.
In conclusione auguro a Giovanni Battista di raccogliere finalmente tutte le soddisfazioni che merita, in quanto giovane studioso e che possa continuare ad arricchire con il suo esemplare entusiasmo.
Professor Vittoriano Caporale
Ordinario in quiescenza di Storia della Pedagogia Università di Bari e già Docente di Storia delle Tradizioni Popolari Università di Taranto sede distaccata di Bari.

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lunedì 24 dicembre 2012

I SANTI COSMO E DAMIANA "DEI" PAGANI

Premesso che tra  siti che trattano la stessa materia ( in questo nostro caso il collezionismo di santini)   sono  fermamente convinto debba esistere una stretta  collaborazione, eccomi qui a parlare dell'ultimo articolo postato sul sito Collezionare Santini dal titolo " I Santi Cosimo e Damiana?" del mio amico Biagio che gentilmente mi ha inviato la foto del santino in questione. Poichè la risposta risulta alquanto articolata ho ritenuto necessario rispondere dal mio Blog ovviamente con il benestare di Biagio. Per poter rispondere in maniera esaustiva come mia consuetudine dobbiamo analizzare l'immagine che può sicuramente darci degli indizi. Il santino risulta essere di Autore Anonimo quindi per poterlo collocare storicamente abbiamo due possibilità  l'analisi della carta e lo stile dell'immagine. Poichè per l'analisi della carta abbiamo bisogno di  un esperto andiamo oltre e proviamo a guardare lo stile. L'immaginetta è al quanto approssimativa, grezza nei tratti e nello stile il che  farebbe pensare ai secoli XVI- XVII  , ma poichè ritengo sia un santino stampato ad uso pretamente devozionale (poichè vi è un particolare nell'immagine che lo confermerebbe) la sua approssimazione stilistica è voluta, quindi penso si possa collocare intorno alla metà del 1700 il che mi trova concorde con il mio Amico Biagio  sempre chè un analisi approfondita della carta non ci smentisca.  A questo punto passiamo all'immagine dei 2 Santi. La raffigurazione simbolica risulta essere alquanto particolare. I Simboli che sovente troviamo nelle loro raffigurazioni sono la palma o un'ascia  simboli del Martirio, la scatola dei ferri chirurgici oppure  ampolle simboli del mestiere  o con il libro del vangelo. Nel caso specifico troviamo le palme nella  mano destra  mentre con la sinistra sorreggono la scatola dei ferri chirurgici. Soffermiamoci sul secondo simbolo le scatole.

Prima parlavo di un "particolare" che confermerebbe la natura pretamente devozionale quindi ad esclusivo uso dei fedeli, dell'immaginetta, vi domanderete e le scatole cosa c'entrano? Bene guardate l'immagine ingrandita delle 2 scatole vi sembrano scatole contenente ferri chirurgici o scatole per le offerte con la fessura per l'introduzione delle monete? Ovviamente è una mia personale interpretazione che però ha un fondamento, che ora vi spiego. La scatola contiene   i mezzi per la guarigione il "sapere". Nella tradizione si racconnta che i due "Medici" per le loro prestazioni non si facessero pagare ma che secondo la passio, tuttavia, in una sola occasione era stata elargita ai santi una ricompensa, di tre uova nelle mani del fratello minore Damiano, da parte di una contadina, Palladia, miracolosamente guarita dall'emorroissa. Il racconto delle 3 uova è un particolare molto interessante ai fini della nostra ricerca, tale spiegazione ci tornerà utile nella parte terminale del post: L'uovo cosmico è un simbolo del mito cosmogonico della creazione dell'Universo.
(Tra i miti, uno dei più diffusi fra tutti i popoli del mondo antico, è senza dubbio il mito cosmogonico, cioè il mito della creazione del mondo. Nella religione orfica, una storia mitica greca, racconta come dall'uovo d'argento, deposto dalla Notte nell'oscurità dell'Erebo e fecondato da un soffio di vento del Nord, contenente il cosmo, sia nato Eros.)
Quindi se vogliamo nell'immagine è inserita  la prima forma di pubblicità subliminale della storia  che invitava i fedeli a fare offerte per ottenere guarigioni. Questo primo aspetto conferma la particolarità di questa immaginetta, ma andiamo avanti.


I due "Santi" , nelle varie raffigurazioni come detto vengono rappresentati a volte con il Libro del Vangelo in mano, in questo "santino"la particolarità sta nel fatto che il Libro Sacro è posto sotto i piedi dei due "Medici" il che assume una valenza ben precisa.
Come abbiamo visto nel precedente post quello su Sant'antonio,  egli è raffigurato con il piede sinistro sopra il Mondo dove  è raffigurata l'Africa, se in quel caso l'atto di porre il piede sopra indica un atto di superiorità nei confronti di chi sta sotto e cioè gli infedeli da convertire ma  ovviamente visto anche come atto caritatevole poichè viene utilizzato il piede sinistro (da equiparare alla mano sinistra la mano del cuore). 
Nel caso dell'immaginetta la superiorità dei due "Santi" è riferita al Libro Sacro.
 Il libro è il simbolo della scienza e della saggezza, ma anche dell’universo e dei segreti divini che vengono confidati agli iniziati.
Nella leggenda del Graal la coppa viene spesso identificata con un libro, con chiara allusione alla ricerca della Parola Perduta.
René Guénon ne Il Simbolismo della Croce scrive: «L’universo è un immenso libro i cui caratteri all’inizio erano scritti con lo stesso inchiostro e trascritti sulla tavola eterna per mano stessa di Dio; questa la ragione per cui i fenomeni nascosti nel “segreto dei segreti” furono denominati Lettere trascendenti.
E queste stesse lettere trascendenti, cioè tutte le creature dopo essere state virtualmente reinglobate nell’onniscienza divina, furono poi trasmesse dal soffio divino alle linee inferiori dove diedero vita all’universo manifestato». 
Tale  simbolismo utilizzato dall'autore anonimo è il primo tassello per una comprensione diversa di ciò che viene rappresentato.
Ritorneremo su questo concetto successivamente, continuiamo a visionare l'immaginetta.
Guardando l'immaginetta nella sua interezza  notiamo che le due figure non sono perfettamente uguali di fatti seppur notiamo gli stessi calzari, la stessa veste e la stessa postura differiscono leggermente nei tratti del viso, nella corona che a sinistra ha 8 punte mentre quella di destra 6, ma soprattutto nelle fattezze e in  altezza  infatti il santo di destra risulta essere più  grande e alto.

  Questa peculiarità è in contraddizione con la storia dei due Santi che ci racconta fossero gemelli, quindi questo particolare è il secondo tassello per poter "vedere ciò che non si vede" (o per sapere ciò che non si deve).
Immancabili nei miei post son i riferimenti numerici, abbiamo accennato alle due corone di 6 punte, formate da 4 cerchi concentrici più 1 di raggi (punte) quindi 5 cerchi che rappresentano l'unione del Divino (1) con il Terreno (4), il numero 5 corrisponde alla lettera hei dell'alfabeto ebraico (la lettera E dell'alfabeto latino), e rappresenta la divinità .
Se le due corone (che hanno anche il significato di vittoria,trionfo ma rappresentano anche il sole) ci permettono di accostare le due immagini a divinità la differenza nel numero delle punte ne sancisce la loro diversità quindi non più gemelli ma due entità distinte.
Il 6 della corona di destra nella simbologia degli archetipi rappresenta il potere dell'amore, è il numero dei giorni della creazione.
Sant'Agostino diceva: "che in ogni cosa dio ha creato un numero" e vi scorgeva il significato particolare del  6 riferendosi alla creazione nel fatto che è il risultato dei primi tre numeri 1+2+3 fosse appunto 6. 
Il 6 è anche 5+1(dove uno rappresenta l'inizio il Creatore), il  è la cifra dell’armonia cosmica, è creatrice come il tre e rappresenta l’essere umano inserito nella materia e simboleggiato dal pentagono.
Il cinque indica il quinto elemento ricavato dai primi quattro.
Questo numero rappresenta l’unione del centro e dell’equilibrio, esso è la cifra della ierogamia, l’unione tra il principe celeste con il principio materno terrestre, il simbolo dell’universo, rappresentato da due assi, uno verticale ed uno orizzontale che passano per il centro, ma esso è anche lo stemma della Volontà Divina che aspira all’ordine e alla perfezione e raffigura i cinque sensi e le cinque forze.
Nell'alfabeto ebraico il 6 è la lettera Vav ו
che rappresenta il completamento la lettera vav è la congiunzione essa rappresenta il legame tra cielo e terra.
realizza l'interscambio tra passato e futuro, implica assenza di tempo, portando l'uomo ad una più vicina comprensione del Divino.
L'8 della corona di sinistra, nella simbologia degli archetipi rappresenta il sovrano (8 l'uomo con la corona) quindi il potere terreno è il doppio di 4 (4+4) dove quattro rappresenta gli elementi acqua cielo terra e fuoco che rasppresentano appunto la terra.
Nell'afabeto ebraico l'8 è rappresentato dalla lettera (Het) ח
Associata alla Maternita simboleggia il bisogno e la capacità di nutrire e essere curati cosi come fanno  tutti gli animali e l'uomo  con i propri consimili così come la Nostra Madre terra  fa nei confronti di tutti gli esseri viventi.
Alla luce di queste spiegazioni  potremmo già facilmente dare una connotazione alle due entità. ma vi sono altri piccoli particolari dell'immagine da visionare, preferisco  darvi prima un quadro completo per poi tirare le conclusioni quindi andiamo avanti.
Nella foto delle due scatole avete potuto notare che sulla mano che regge la scatola nel santo di sinistra (per chi guarda) vi sono delle lettere proviamo a decifrarle.
Innanzitutto capovolgiamo l'immagine
 Sono rappresentate 3 lettere dell'alfabeto greco in ordine dall'alto verso il basso:
υ(upsilon) ρ(rho) τ (tau)
 per capirne il significato dobbiamo sostituirle con le lettere corrispondenti dell'alfabeto ebraico
ו (Vav) ר (Res) ת (Tav) (ricordo che l'ebraico si legge da destra verso sinistra)
A questo punto dobbiamo interpretare traducendo, se lasciassimo tale sequenza il corrispondente in lingua italiana è TARO che corrisponde al nome di un tubero  ma è anche il nome di un affluente del  fiume Po che scorre in Emilia Romagna nella provincia Parmense.
Da mie ricerche risulta l'esistenza a Sorbolo che però è attraversato dal Fiume Enza di un oratorio dedicato ai Santi Cosma e Damiano, ereditato dalla famiglia Ghidini che vi fondò un beneficio in data 24 settembre 1611, quindi non certo ma  plausibile che possa esserci stata una devozione ai Santi anche nella zona del fiume Taro.
Secondo Guillaume Postel (1510 - 1581) matematico e filosofo orientalista francese, docente di lingue orientali a Parigi, nonché studioso di Tarocchi che, nell'anno 1540, pubblica il libro "Clef des choses cachées", la parola "Taro" deriverebbe da "tar" = strada e "ro", "ros" o "rog" = del Re (Cioè strada reale o dei Re).
Si tratta di una tesi che, per quanto ingiustificata e sotto il profilo semantico parzialmente errata, contiene un aspetto interessante.
La teoria della strada reale, in effetti corrisponde ai "presagi reali" della mantica Sumera e, più in generale, Assiro-Babilonese. 
Molto più credibile invece la teoria che la parola TARO si riferisca alla Moneta d'oro Araba TARI presente anche in Sicilia durante la dominazione Araba intorno l'anno Mille 
 File:Rivista italiana di numismatica 1891 p 133.jpg
Su cui vi erano impresse
D/ — Giro esterno: (croce di S. Andrea) Ƨ ANDREAƧ (Caratteri cufici sformati) ƧALRN (Caratteri cufici sformati).
Giro interno: El Moez ledin illah Principe dei credenti.
Area: Cerchio con un punto nel centro.
R/ — Giro esterno: Caratteri cufici sformati, tra i quali, quattro volte ripetuta la parola ﺿﺮﺐ (battuto).
Giro interno: Non vi è altro Dio che Dio, Maometto è il Legato di Dio ed Aly l’amico di Dio.
Area: Cerchio con un globetto nel centro.
Coll. Sambon. — Oro. — Peso gr. 0,96 (F. D. C).

moneta d'argento coniata in Sicilia fra il 1732 e il 1793 da Carlo III e Ferdinando IIIL' Oncia d'argento da 30 tarì, coniata a Palermo con l’argento proveniente dalle miniere siciliane è la più grande moneta d'argento coniata sotto i Borboni italiani(quella in foto ha un diametro di 55mm ed un peso di quasi 69 gr)ed era una moneta che raramente si vedeva in commercio(majorca)la presenza della figura della Fenice sul rogo viene spiegata dal Lancillotto Castelli come segue: "Alludendosi colla Fenice che l'Oncia rimasta per tanto tempo moneta ideale risorgeva dalle sue stesse ceneri come è stato scritto di questo favoloso uccello."
A questo punto la provenienza del Santino è  certamente siciliana.
Ora invertendo le lettere in tal modo:
 ת (Tav)  ו (Vav)    ר (Res)
Otteniamo la parola Pietà difatti simbolicamente la mano sinistra poichè vicina al cuore simboleggia tale sentimento e ne troviamo conferma nel libro scritto da Cesare Ripa
 Trattato di Iconologia del 1767  
Se ancora una volta invertiamo le lettere così da ottenere questa sequenza    
   ו (Vav)  ת (Tav)   ר (Res)
 risulterà la parola Servire
chiaro riferimento all'opera svolta dai due Santi Medici.

Su questa stessa figura esaminiamo ora un altro particolare che si trova più in basso sulla tunica


Come possiamo notare il simbolo rappresentato all'apprenza non è altro che la semplificazione del Cristogramma che utilizza le lettere greche Χ (Chi) e Ρ (Rho) con l'aggiunta di α (alfa) e ω (omega), nella raffigurazione l 'autore non ha però inserito la lettera X , l'Alfa maiuscola è inglobata nella lettera Rho mentre l'Omega risulta distaccata quasi invisibile e capovolta perchè?

Per spiegarlo, ancora una volta cambiamo alle lettere greche le corrispondenti ebraiche così da ottenere:
 (aleph=Α) א (reš=Ρ) ר  -  (ajin =Ω) ע
che tradotto è:
Con  RA
Ovvio il riferimento al Dio Ra egiziano.
Andiamo oltre e guardiamo il bordo della tunica

Vi troviamo le lettere JN  e dei numeri 12 e 25  il riferimento è ad un passo di Giovanni evangelista appunto capitolo 12 passo 25 che viene utilizzato durante la Liturgia dei Santi Cosma e Damiano estrapolati dal Discorso di Sant'Agostino 329.

[24] In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
[25] Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.
www.maranatha.it

Da questo ingrandimento delle stringhe dei calzari notiamo la presenza di alcune lettere che giocano sulla parola del titulus crucis INRI, agli estremi però sono presenti 2 lettere, la prima presumibilmente una P e l'ultima forse una C mentre la N diventa una A così da formare la Parola

P.IARIC
volutamente ho puntato la lettera P poichè ho la netta sensazione che possa essere la firma dell'Autore dell'immaginetta. IARIC o JARIC è un cognome di origini slovene.
Per poter spiegare il successivo ingrandimento dobbiamo partire spiegando  perchè il piedistallo su cui sono rappresentate le due Entità è composto da 5 gradini o livelli.
Non sono altro che la rappresentazione della Terra con la sua Atmosfera che partendo dal suolo, si suddivide in 5 strati: Troposfera; Stratosfera, Mesosfera, Termosfera, Esosfera dove l'ultimo strato è sede del Paradiso.
Come si può notare dall'ingrandimento capovolto sul livello è presente il numero 25, nei Tarocchi rappresenta il serpente.
Nella cabala ebraica il numero 26 corrisponde alla somma delle lettere che compongono il nome di Dio (come eterno) JHVH ma anche la somma dei singoli simboli grafici che compongono la lettera alef.
 Nei tarocchi estesi è rappresentato dall'aquila ((tale rappresentazione dell'aquila la ritroveremo più avanti quando parleremo di un'altra raffigurazione simbolica).
Il 25 nella scala numerica precede il 26, è quindi considerato incompleto, da cui la sua associazione negativa con il diavolo, demonio, il tentatore che nel paradiso terrestre era appunto un serpente, significativo è anche il fatto che venga disegnato capovolto che ne aumenta il suo significato simbolico di "contrario di opposto" al bene.
Si noti anche che tra i due numeri 2 e 5 è inserita la lettera ebraica  RESH ר
La lettera RESH rappresenta la scelta tra grandezza e degradazione.
Il Talmud sostiene che la RESH sta per RASHA' (malvagio).
Nella Hagadà di Pesach uno dei quattro figli è il malvagio.
Gli altri tre chiedono spiegazioni ai genitori "quando tuo figlio domanderà" (Deuteronomio 6:20), mentre il malvagio dice a suoi genitori "e quando i vostri figli vi diranno" (Esodo 12:26), in modo da disconoscere i comandamenti di Pesach.
Quando vi è fede, non ci sono più domande, quando non vi è fede non ci sono più risposte. (Chafetz Haim) Il Midrash nota che la parola HATZUR (la roccia), parola che allude ad una natura tenace e forte, si può leggere alla rovesca come ROTZE' (vuole).
Così come la TZUR (roccia) si può trasformare in ROTZE' (volontà), il rifiuto si può trasformare in propensione.
Sebbene la RESH allude al RASHA' (malvagio), essa contiene in sè la speranza per la sua redenzione.
La lettera RESH si può comparare ad un tubo piegato sul proprio asse, come una porta appoggiata al cardine.
Questo insegna che la persona malvagia si può girare verso la KUF - che rappresenta la santità - trovandosi così faccia a faccia con Dio.
La parola RESH (resh) significa ereditare, come disse Mosè ad Israele ALE' RESH (vai ed eredita la terra - Deuteronomio 1:21).
Ma le stesse lettere si possono leggere come RASH (povero) come in VELARASH EN KOL (il povero non ha niente - Samuele II 12:3).
La Kabbala dice che questi due termini contrastanti sono simboleggiati dalla forma della lettera RESH.
La lettera è come un corridoio attraverso il quale l'uomo può raggiungere il cielo.
Se lo gestisce bene, ottiene il grado di elevazione spirituale, portando così benedizioni sulla terra. Se invece è così legato alle cose terrene da non poter fare il grande passo, egli diventerà povero di benedizioni.
(Magen David) La RESH e la DALET sono molto simili.
L'unica differenza tra le due lettere sta nell'angolo superiore destro: nella DALET esso è acuto, sporgente verso sinistra, mentre nella RESH è arrotondato.
La DALET simboleggia stretta fedeltà ai valori di Dio, mentre la RESH simboleggia idolatrie antiche e moderne, che si piegano facilmente alle mode.
Alla luce di quanto detto sin'ora si noti come la raffigurazione di sinistra (per chi guarda) abbia assunto una connotazione pretamente terrestre.
Passiamo ora alla raffigurazione della seconda entità e notiamo subito un particolare presente su un lembo della Tunica.

Sono la rappresentazione da parte dell'autore in maniera un pò fumettistica di una coccinella e di uno scorpione considerati in antichità simboli di fertilità.


Tra l'altro sono presenti due figure con sembianze umane uno sulla manica destra l'altro sul bordo della tunica in basso, tali rappresentazioni potrebbero essere legate al concetto di fertilita senza la quale l'essere umano non può esistere.

Come avete potuto notare se avete ingrandito l'intera immagine del "Santino" ho preso in esame  solo alcuni dei simboli presenti che ritengo siano sufficienti per ottenere una risposta al nostro quesito iniziale.
Esiste però in questa immaginetta un particolare che probabilmente  vi lascerà stupiti e che sicuramente mette in dubbio la storia di una scoperta molto importante degli inizi del XIX secolo.
La scoperta di cui sto parlando udite, udite è il TELEGRAFO inventato tra il 1835 e 1837 e del suo CODICE MORSE, ovviamente non metto in dubbio la nascita del telegrafo ma il codice.
Forse non tutti sanno che il vero inventore del codice fu il socio di Samuel Morse il signor
 Alfred Vail.
Ma vediamo ora dove si trova questo particolare

Nella mano destra chiusa a pugno per stringere la Palma del Martirio sono presenti dei punti e delle linee che tradotte dal linguaggio Morse danno la seguente frase in latino:

INIE SE HIT
che per una migliore comprensione va cambiato in
SE HIT INIE
la cui traduzione è  
VENGONO TUTTI COLPITI
La frase è confermata dalla posizione della mano a formare appunto un pugno.
Se le mie "fantasie" fossero esatte dovremmo far risalire il santino alla metà dell'800 ma questo si scontra con l'utilizzo di un codice criptato che ormai era di dominio pubblico.
Perchè utilizzare un codice ormai conosciuto per scrivere un messaggio nascosto?
Probabilmente una risposta a questa domanda c'è.
Premesso che il santino in questione è della metà del 700, rimane da capire come puo essere stato utilizzato un codice nato nel secolo successivo.
Per dipanare questa matassa dobbiamo tornare indietro e parlare del suo inventore Alfred Vaile.
Da mie ricerche è risultato essere un aderente alla Massoneria Americana e se ne trova notizia negli albi della SOCIETA' EUCLEIAN Loggia fondata dagli studenti dell'università di NEW YORK nel 1832.
Ora naturalmente vi chiederete cosa centra la Massoneria , non posso dirvelo è un segreto!
No, scherzo e che   studiando le incisioni dei Fr.lli Klauber  ho notato in questo "Santino" molte  similitudini  con le incisioni dei suddetti Fratelli che senza ombra di dubbio furono Massoni, quindi secondo me anche l'autore anonimo di questa incisione proprio per la notevole quantità di simboli  che vi si trovano possa essere stato un appartenente alla Massoneria e che era a conoscenza di un liguaggio criptico utilizzato solo ed esclusivamente dagli apparternenti alla stessa.
Tralasciamo ora questo aspetto che potrebbe essere argomento di un futuro post e continuiamo ad esaminare ancora l'immagine prendendo in considerazione la Corona





Come potete notare vi sono vari simboli ma quelli che principalmente mi incuriosiscono sono 3 lettere


Che risultano essere una d una M e una a


D

La M a sua volta nasconde una A e una I quindi
DAMI
a queste due sillabe aggiungiamo l'ultima lettera a ottenendo così la parola
DAMIA

ma potrebbe anche essere DAMIR parola che in Arabo è la scienza della lettura del Pensiero la quale fu insegnata agli Arabi dai Bramini Indiani.

http://www.tradizionesacra.it/attenzione_rivolta_alle_dee_Yogini_nei_testi_Persiani_e_Arabi.htm
Ora non ci resta che un'unica chiave di volta per completare l' Opera analizzare l'angelo al di sopra delle due entità
Anche in questo caso se ingrandiamo le ali noteremo alcuni simboli e lettere 
Come potete notare i simboli sono molti ma quelli che ci interessano ai fini dell'interpretazione dell'immagine sono due lettere R e A che insieme formano il nome del DIO egizio RA che avevamo già trovato sulla tunica del primo santo
Ricordate abbiamo parlato del numero 26 che è la somma delle lettere che compongono il nome di DIO JHVH e nei Tarocchi il suo simbolo è l'Aquila, ma l'aquila e anche il simbolo utilizzato dagli egizi per il DIO RA
Eccoli a confronto, la testa a rappresentare il Sole le braccia aperte, le ali spiegate, si noti  in particolare i palmi delle mani  aperte che metteno in evidenza le linee della vita (È una linea che parte dal bordo del palmo sopra il dito pollice, spesso unita alla linea della testa, e gira ad arco verso il polso; rappresenta la vitalità e il vigore della persona, e può dare indicazioni sulla salute fisica e il benessere generale.)
Alla luce dei fatti sin qui dimostrati possiamo con certezza affermare che i Santi Cosma e Damiano fanno parte come molti altri (vedi ad esempio Santa Filomena) di quel sincretismo utlizzato sin dagli albori  per inglobare  e sostituire i culti pagani.
Il Culto dei due "Santi-Dei" nasce in Grecia e si propaga poi in Asia, Arabia per arrivare poi anche a Roma e conferma la abbiamo dal fatto che la vita dei Santi sia inserita nel contesto dei Libri Liturgici Greci.
Papa Paolo VI spostò la festa al 26 settembre rendendo il Culto "FACOLTATIVO".
C'è chi ha accomunato i Gemelli Cosma e Damiano a Castore e Polluce Dei della Tradizione Greca gemelli anch'essi, erroneamente.
CASTORE deriva dal Greco KASTOR che significa BRILLARE, ECCELLERE
POLLUCE anch'esso dal greco, nome composto da POLYS - MOLTO e DEUKES - DOLCE
Già dal significato dei due nomi si capisce la non compatibilità con i due Santi Cristiani nei racconti sulla loro vita nessuno dei due eccelle sull'altro e sicuramente come tradizione "entrambi" dolci e gentili.
Anche i nomi dei due "Santi" derivano dal Greco con ben altra connotazione.
COSMA - COSIMO deriva da KOSMIOS - BENE ORDINATO ma che indica anche la la TERRA nella sua totalità.
DAMIANO da DAMIANOS - DISCENDENTE DA DAMIA. DEA DELLA FERTILITA'
Quindi due entità Pagane strettamente correlate tra loro dove i 3 seguaci (il racconto delle 3 uovo nel racconto cristiano) ANTIMO, LENTIOS, EUPRERIO (anche questi nomi di derivazione greca) ANTHIMOS - FIORE CHE FIORISCE, LENTIOS - LEONINO, EU- BENE PREPEIN - ESSERE non sono altro che la raffigurazione della FLORA  la FAUNA e dell'UOMO presenti sulla MADRE TERRA, che fanno appunto parte di quel Mito Cosmogonico, cioè il Mito dell'origine dell'Universo che l'Uomo sin dai suoi albori ha tentato di spiegare.
Quindi in conclusione venendo alla domanda  che ha generato questo post "se i nomi così scritti sono il risultato di un errore tipografico o di uno scherzo dell'incisore" possiamo affermare che non è nè un errore nè uno scherzo ma la giusta pronucia dei due "Santi - Dei".
COSMO  da KOSMOS e DAMIANA da DAMIA e se ancora ci fossero dei dubbi ci pensa lo stesso AUTORE dell'INCISIONE a dipanarli inserendo all'interno dello scritto alla base del "Santino" due LETTERE

 All'interno della lettera O è presente la lettera A nella E la T che tradotto dal latino è
MA o TUTTAVIA

Mi auguro che tale post abbia risposto esaurientemente alla tua domanda che ne dici Biagio?
 Giovanni Battista Bondesan

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