Perché Santi tra le mani

Vi siete mai trovati fra le mani un santino?
Naturalmente non quelli odierni, magari che conservava vs nonna?
Bene voglio farvi riflettere su un punto .
Quel santino è molto più di un "pezzo di carta".
Non rappresenta solo un immagine da coservare .
Immaginate solo per un momento perchè vi ritrovate quel santino, perchè qualcuno lo ha conservato gelosamente !
Perchè magari gli è stato donato da una persona cara, o solo perchè era devoto a quel santo.
*Ma la cosa affascinante è il ritrovare su alcuni di essi scritte in bella o brutta grafia, frasi di preghiera, di augurio, di ricordo o di dedizione o magari solo una firma o una data.
Per lo più a volte sono parole semplici o anche forbite poesie magari in rima . Quindi testimoniano una fede autentica e un epoca che è passata.*(frase del collezionista Mario Tasca)
Per non parlare poi della loro bellezza intrinseca santini fatti a mano, disegnati e colorati da mani leggere e esperte, da artisti per lo più ignoti che hanno creato piccoli capolavori .
In questo mio blog, oltre a presentare la mia collezione che potete visionare nella slide a destra settimanalmente, prenderò in esame un santino o un argomento che mi sta più a cuore cercando di darvi più notizie possibili.
Ovviamente si accettano commenti critiche suggerimenti e approvazioni.
Buona lettura!

FRASI CELEBRI

"Chi è
capace di creare immagini,
come e quando vuole,
non conosce la tristezza
della realtà quotidiana
e può dar libero sfogo
alla magia delle sue allucinazioni"
S.Dalì

Ogni grande opera d'arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità
Daniel Barenboim

Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw
Vivere nel mondo senza diventare consapevoli del suo significato è come aggirarsi in una grande biblioteca senza toccarne i libri.
[Manly P. Hall]
"Il SAPERE rende LIBERI è l'Ignoranza che rende PRIGIONIERI".
Socrate


PREFAZIONE
LA FILICONIOMANIA DI GIOVANNI BATTISTA BONDESAN

E' l'interesse per la cultura in generale, e la forte passione per un prezioso settore storico ed artistico purtroppo trascurato che a partire dal 2002 ha impegnato con fervore singolare Giovanni Battista in una rigorosa, approfondita e puntuale ricerca.
La quale non si è svolta in un ambito ristretto, ma via via si è estesa ai Santuari, alle Chiese, agli Archivi, alle Biblioteche, ecc. ecc. fino alle persone interessate e sensibili, da quelle colte e titolate alle più semplici, depositarie "spesso" di Immaginette devozionali, conservate gelosamente e ordinate per il gusto di collezionare e per il piacere di conservare il ricordo tramandato.
Si tratta a mio avviso di una "mania" encomiabile, che va molto apprezzata e sostenuta per un duplice motivo.
Il primo consiste nel fatto che Bondesan con le sue originali ricerche, sempre rigorosamente documentate, sta arricchendo con nuovi contributi questo significativo settore dimostrando tra l'altro, come l'arte "dei Pezzettini di Carta" non è "Minore" ma esprime con la più alta dignità l'evoluzione della cultura e l'intreccio tra la componente Cattolica Cristiana e l'influenza di impliciti elementi del Classicismo Greco e del Giudaismo sino a cogliere talvolta sottili implicanze con alcune espressioni della cultura Massonica.
Ritengo che siano soprattutto validi i suoi efficaci interventi chiarificatori sui significati della complessa ricca ed insieme misteriosa simbologia ricorrente.
Il secondo motivo, anche da lodare sta nella opportuna e instancabile divulgazione degli esiti via via acquisiti con le sue faticose ricerche e con studi approfonditi sia attraverso il dialogo con tutti coloro che si interessano di queste problematiche sia in occasione dei convegni che nei chiari e frequenti interventi sul Blog.
In conclusione auguro a Giovanni Battista di raccogliere finalmente tutte le soddisfazioni che merita, in quanto giovane studioso e che possa continuare ad arricchire con il suo esemplare entusiasmo.
Professor Vittoriano Caporale
Ordinario in quiescenza di Storia della Pedagogia Università di Bari e già Docente di Storia delle Tradizioni Popolari Università di Taranto sede distaccata di Bari.

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mercoledì 17 aprile 2013

SAN BIAGIO LE RUNE E LO SQUALO CHLAMYDOSELACHUS



In questo nuovo post torniamo a parlare di San Biagio (per la felicità del mio amico Biagio Gamba).
Nel passato Post   sul Santo abbiamo scoperto l'interazione che in alcuni casi  esiste tra il numero di serie che alcune case editrice inserivano nell'immaginetta e il santo raffigurato, ma soprattutto come  nel caso di San Biagio  l'etimologia del  suo Nome sia  legata al Dio Saturno.
Tale legame ci permetterà di comprendere meglio il Santino che sto per presentarvi, che naturalmente contiene una simbologia che lo conduce a far parte di quella serie di Santini  da me denominati "Celebrativi" al cui interno è celato un messaggio che esula dal contesto religioso.
Troveremo inoltre una nuova simbologia  sempre legata alla cultura Massonica.
Il Santino in questione è una incisione a bulino presumibilmente del XIXesimo secolo purtroppo di Autore Anonimo.
Rappresenta San Biagio,  conosciuto come protettore contro il mal di gola mentre opera la prodigiosa guarigione del bambino al quale si era confitta una spina di pesce nella gola, attorniato probabilmente da tre suoi seguaci , ne vediamo qui al lato una rappresentazione cromolitografica di fine 800.
Come possiamo intuire tale racconto è una metafora cioè un trasferimento di significato che si collega al sincretismo  (complesso di fenomeni e concezioni costituite dall'incontro e dalla fusione di forme religiose differenti) che San Biagio rappresenta.
Saturno inizialmente era venerato  come Dio dell'Abbondanza il suo nome è da connettere con la radice indoeuropea sat  da cui derivano le parole latine satis e satur che indicano appunto pienezza abbondanza ricchezza soddisfazione,e quindi  fu adorato anche dai pescatori per propiziarsi un abbondante pesca  e lo stesso Saturno è legato al pesce da una leggenda che trova le sue origini nella notte dei tempi. (che per motivi di spazio potete leggere su Aolamagna.it )
Saturno era conosciuto dalle prime popolazioni ebraiche col nome di El di derivazione semitica e alle concezioni semitiche si rifacevano i Sadducei setta religiosa di Gerusalemme che si contrapponeva ai Farisei e a Cristo. 
Altro particolare che lega il Dio Saturno a San Biagio e che ci ricollega alla sua passio che lo vede in una grotta sono appunto il popolo dei Sadducei conosciuti anche col nome di  figli di Zadok o Sadok Sacerdote del Tempio di Salomone al tempo di Davide ma più probabilmente discendenti di Zedekiah Re di Gerusalemme che probabilmente da semplice scriba fu dapprima sacerdote e poi Re.
La leggenda ebraica narra  che Zedekiah,(o Sedekiah) ultimo re biblico di Gerusalemme, durante l’assedio finale babilonese alla città, abbia tentato di fuggire da Gerusalemme verso Gerico attraverso una caverna.
Fu catturato e portato al re babilonese Nabucodonosor, i suoi figli vennero assassinati davanti a lui e poi gli  furono cavati gli occhi (2 Re 25:1-6). 
Questa misteriosa caverna situata ad est della Porta di Damasco nella Città vecchia di Gerusalemme è profonda circa 1.000 piedi sotto la vecchia parete nord della città ed ha una storia di circa 2.000 anni che diventano 2.600, se si include la leggenda che le ha dato il nome.
Se apparentemente si parla di due persone diverse Zadok e Zedekiah nei Vangeli di Neemia cap 10 versetto 15-22  e Neemia capitolo 13 versetto 13 viene utilizzato lo stesso nome.
10.[15] Capi del popolo: Pareos, Pacat-Moab, Elam, Zattu, Bani,
10.[22] Mesezabeèl, Zadòk, Iaddua,


13.[13] affidai la sorveglianza dei magazzini al sacerdote Selemia, allo scriba Zadòk, e a Pedaia, uno dei leviti; ai quali aggiunsi Canan figlio di Zaccur, figlio di Mattania, perché erano reputati uomini fedeli. Il loro ufficio era di fare le ripartizioni tra i loro fratelli.

Concludiamo questo legame San Biagio-Dio-Saturno-Popolo Ebraico con un altra considerazione che nello specifico interessa principalmente questa incisione di cui parleremo più approfonditamente nel prosequio del post quando analizzeremo un simbolismo presente nell'immagine.
Il giorno di festa per il popolo ebraico è detto  Shabbat, il giorno sacro e Saturno in ebraico si scrive Shabbetay.
Passiamo ora ad analizzare  l'incisione e in particolar modo uno degli attributi di San Biagio la Mitria Vescovile che ha sul capo.
Da una prima analisi risulta alquanto strana.
La Mitria è composta di due fogli di stoffa pentagonali cuciti ai lati in modo che discostandoli si faccia posto per la testa e le punte restano così divaricate, dietro sono poste due strisce di stoffa dette infule.
Tali copricapi venivano  finemente ricamati  come si può vedere dalla  foto mentre si noti come la Mitria dell'incisione sia priva di decorazioni e i profili delle stoffe a forma pentagonale siano irregolari .

Proviamo ora a porre orizzontalmente  l'ingrandimento della Mitria si noti come questa assumi le sembianze di una testa di pesce 
Tale variazione dell'attributo primario che identifica San Biagio è uno stratagemma dell'incisore per dare alla figura con il copricapo un altra identità che sarà compresa  unicamente da una ristretta cerchia di persone e cioè da quei fratelli Massoni a cui è principalmente indirizzata, tanto da poter supporre che la divulgazione di tali incisioni non era effettuata diciamo  su larga scala ma appunto solo per pochi e magari consegnata direttamente dalle mani dell'autore,  quindi si può presumere che le "pseudo" immaginette religiose furono anche utilizzate come mezzo di satira (per denuncie politiche e sociali contro il Potere costituito o critiche verso il proprio Maestro di Loggia o ancora autocelebrative come nel caso del San Giuseppe di Josef Koppe) mostrando così le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.

A conferma di ciò vi sono altri due particolari che analizzati avvaloreranno la mia ipotesi che vede questa incisione utilizzata come mezzo per un messaggio a contenuto massonico.
Si guardi attentamente la figura alla destra del Santo e la sua mano destra che risulta parzialmente nascosta.
Nei rituali del Royal Arch Degree of Freemasonry al 13 ° grado del Rito Scozzese il rituale di iniziazione rievoca il ritorno a Gerusalemme di tre massoni tenuti prigionieri a Babilonia. (tale rievocazione vi ricorda qualcosa? La cattura di Zedekiah e i suoi figli da parte del Re babilonese Nabucodonosor).
Non voglio allargarmi descrivendo tutta la cerimonia e il simbolismo, ma ad un certo punto, viene chiesto all’iniziato di imparare una parola segreta e un segno della mano in modo da poter attraversare una serie di “veli”.
La seguente immagine mostra il segno della mano necessario per passare attraverso il secondo velo, come documentato nel Duncan’s Masonic Ritual and Monitor.
“Maestro del Secondo Velo: “Hai assunto i ruoli di tre maestri eccellentissimi, o non saresti potuto arrivare fino a qui, non potrai proseguire oltre senza i miei consigli, i miei segni e le mie parole di esortazione.
Le mie parole sono Shem, Japhet, e Adoniram, il mio segno è questo: (nascondendo la mano nel petto), è ad imitazione di quella data da Dio a Mosè, quando comandò lui di infilarsi la mano nel petto, e, tirandola fuori si accorse che era diventata bianca come la neve.
La mia parola di esortazione è esplicativa di questo segno, e si trova negli scritti di Mosè, cioè, al quarto capitolo dell’Esodo “.:
“E il Signore disse a Mosè: Metti ora la tua mano nel tuo petto. E mise la mano sul proprio petto, e quando lo tirò fuori, ecco che la mano era diventata lebbrosa, bianca come la neve -Malcolm C. Duncan, Rituali Massonici Duncan e Monitor
Come detto sopra, questo gesto della mano si dica essere ispirato dal capitolo dell’Esodo 4:6. In questo versetto biblico, il cuore (“petto”) sta per ciò che siamo, la mano per quello che facciamo.
Può quindi essere interpretato in questo modo: Quello che siamo è ciò che in ultima analisi facciamo. 
Il significato simbolico di questo gesto potrebbe spiegare il motivo per cui è così ampiamente utilizzato dai massoni più importanti.
La mano nascosta consente agli altri iniziati di sapere che l’individuo raffigurato nell’opera (nel nostro caso tale gestualità è riferita all'Autore dell'incisione e al soggetto protagonista del messaggio) fa parte della confraternita segreta e che le sue azioni sono ispirate dalla filosofia massonica e dalle sue credenze.
Inoltre, la mano che esegue le azioni (la destra che nella simbologia è la mano del potere dello scettro e dell'azione) viene nascosta da un vestito, che simbolicamente si riferisce alla natura occulta delle azioni massoniche.
Altro simbolo che chiarisce la natura di questa incisione è un'altra mano che assume una postura  particolare la mano sinistra di San Biagio.
In epoca moderna tale atteggiamento è utilizzato soprattutto alle Hawai come simbolo di saluto tra serfisti.
A livello esoterico secondo il simbolismo degli archetipi tutto si basa sul principio secondo il quale ogni dito della mano è legato ad un elemento fondamentale della natura il pollice al fuoco, l'indice all'aria, il medio all'etere, l'anulare alla terra, il mignolo all'acqua.
Diamo ora un significato alla "nostra" mano, indice, medio e anulare sono chiusi a rappresentare il Cosmo nella sua totalità (Aria-Terra-Etere), il pollice (Fuoco) rappresenta lo Spirito dell'Uomo infine il mignolo (l'Acqua) la Conoscenza rappresenterebbe ne più nè meno un modo di riconoscere chi sa, chi ha coscienza di sè, un modo di riconoscersi dunque tra gli altri.
Un simbolismo universale per dire io so chi sono.
Per presentarsi con questa frase...Io sono colui che sa chi è.
Andiamo avanti nella nostra disamina e guardiamo un altro particolare presente nell'incisione .
Nell'immagine a destra poste sulla colonna vi sono due candele con relativi portacandela.
Nell'iconografia classica San Biagio è rappresentato solitamente con due candele tra le mani, considerate quindi attributi del Santo, come si può vedere nell'immagine di destra.
L'attributo che è legato ovviamente anche alla sua collocazione identifica il personaggio raffigurato , quindi ad esempio ricordando il passato post sulla Maddalena, la Croce (attributo primario) non essendo situata tra le braccia, in mano o nelle immediate vicinanze, perde  il suo  contenuto primordiale o per meglio dire,  la  nuova collocazione  data dall'autore assume  un ulteriore significato.   
Le due candele nell'accezione cristiana sono  simbolo di luce e rappresentano il potere divino, la saggezza, l'illuminazione, la conoscenza e quidi legate alla figura di San Biagio.
Come abbiamo potuto già appurare quest'ultimo fu una figura sincretica utilizzata per sostituire il culto pagano di Saturno  originariamente  dio dell'agricoltura e dell'abbondanza a cui  durante i Saturnali in suo onore  i romani  preparavano abbondanti banchetti  preparando  pani particolari e accendendo candele .
Stessa cosa avviene  ancora oggi in molte località d'Italia e all'estero durante la festività di San Biagio in cui vengono preparati pani particolari come le Panicelle (preparate in alcune località dell'Abruzzo) e durante la sua celebrazione liturgica, in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele.
L'accensione di due candele e la preparazione di pani è comune anche all'Ebraismo e precisamente (come abbiamo accennato a inizio post), durante la festività dello Shabbat  che deriverebbe da Saturno che in ebraico si scrive Shabbetay.
Se teniamo conto di questa ultima interpretazione l'Autore dell'incisione colloca il Miracolo della Spina durante lo Shabbat questo perchè secondo il Tanakh (Bibbia Ebraica) e nel Siddur (libro di preghiere ebraiche) si descrive lo Shabbat come avente due scopi:
Ricordare il Miracolo della Redenzione del Popolo Ebraico dalla Shiavitù in Egitto
Ricordare il Miracolo della Creazione dell'Universo da parte di Dio.
I concetti fin qui espressi trovano la loro esegesi nel concetto di "Origine" che è alla base del pensiero Massonico, (tale concetto ci tornerà utile al termine del post quando parleremo della datazione) quindi appurato che San Biagio è la figura sincretica del Dio Saturno anche le due candele hanno un origine primordiale che solo scoprendolo ci permetterà  di  cogliere e interpretare il Messaggio nascosto e quindi il vero significato dell'immagine
Torniamo così alla foto ingrandita delle due candele per esaminarle meglio.
Sui porta candela sono presenti due lettere per parte in maniera alternata, che ad una prima analisi sembrano essere una P e forse una M ma un confronto con vari alfabeti mi ha portato a decifrarle come lettere dell'Alfabeto Runico dette appunto Rune.
Runa significa "segreto e sussurrare": il loro significato è stato infatti tramandato oralmente.
Le rune probabilmente derivano da una scrittura appartenente al gruppo delle cinque principali varietà di alfabeto italico settentrionale, derivato dall'alfabeto etrusco, e perciò detto "nordetrusco" anche se la vera origine delle rune si perde nella notte dei tempi poiché esistono parecchie tipologie di alfabeti runici....(segue)
Il sistema runico più antico è chiamato Futhark: esso divide le 24 rune in 3 gruppi (Aettir) formati ognuno da una serie di 8 rune e prende il nome dalle iniziali delle prime 6 rune del primo gruppo, chiamato il gruppo di Fehu....(segue)
Le 4 lettere runiche  rappresentate sulla candela di sinistra sono Thurisaz ed Eihwaz mentre sulla candela di destra vi è un unica lettera ripetuta due volte Fehu.
Thurisaz  
 Nell'antica lingua norrena, il nome di questa Runa significa "gigante",                
I giganti erano noti nella mitologia dell'Europa settentrionale per la forza bruta che possedevano e spesso erano in contrasto con le luminose divinità di Asgard, anche se talvolta erano loro utili.
Lo stesso Odino era figlio di una gigantessa, Bestla.
Il Poema Runico Islandese identifica questa Runa come dannosa alle donne: è anche la Runa con cui il servo Skirnir minaccia la gigantessa Gerdhr quando viene inviato dal dio Freyr a chiederla in sposa questo è probabilmente l'aspetto oscuro della Runa, la sua capacità di fare del male e causare perdita di sangue; nella variante anglosassone, ha il significato di "SPINA" si noti come tale significato della Runa sia strettamente legato all'incisione e quindi alla figura di San Biagio.
Per questa ragione, e anche per la forma grafica, è stata vista come un simbolo fallico, poichè il fallo porta via la verginità con perdita di sangue.
Nella divinazione Thurisaz può essere un avvertimento di procedere con cautela, di stare attenti prima di intraprendere un'impresa o di fare "un salto".
Nella magia è una Runa pericolosa da usare.
Può essere usata negli incantesimi di protezione, sebbene le fonti mitologiche e folkloristiche testimoniano il suo uso nelle maledizioni.
In breve, Thurisaz significa: forza reattiva, conflitto, forza diretta di distruzione e difesa.
Volontà istintuale, erotismo vitale.
Tendenza al cambiamento, fuoco purificatore, catarsi.
Sessualità maschile, potere fertilizzante.
E' anche la Runa del dio del tuono, Thor (corrispondente a Taranis fra i Celti).
Capovolta: pericolo, mancanza di difese, tradimento, mollezza, male, odio, tormento, menzogne.
Una persona negativa.

              Eihwaz

riflette le qualità dell’albero del Tasso europeo, indicato dal nome della Runa: si tratta di un albero che cresce alto, quasi indistruttibile, che ha un profondo significato per i popoli del Nord Europa.
Il legno di tasso veniva usato come una protezione contro il male, nonché per fabbricare archi da guerra e da caccia; era perciò un’arma solitamente usata per proteggersi a distanza dal nemico.
Ancora nel XVII secolo, i commercianti inglesi richiedevano che le stoffe provenienti dall'Oriente fossero essere avvolte in legno di tasso, così da poterlo sfruttare per la produzione di archi.
Oltre a tutto questo, però, il tasso possiede significati più profondi poichè sembra che per alcuni popoli nordici l'Albero cosmico non fosse un frassino (Yggdrasil nella tradizione scandinava), bensì un tasso.
Ciò spiegherebbe l'impiego degli degli alberi di tasso negli antichi cimiteri europei e il suo collegamento folkloristico con la morte.
Per poter raggiungere il regno ultraterreno degli dei, infatti, i defunti meritevoli dovevano compiere un viaggio risalendo l'Albero cosmico.
Eihwaz perciò può rappresentare la morte, oppure la morte spirituale e la rinascita, un concetto molto simile se non identico a quello della morte sciamanica che si ritrova presso culture siberiane, australiane e americane.
Eihwaz rappresenta inoltre la capacità di essere duri e veloci e sempre in guardia contro il "fuoco" che ci può danneggiare.
Così facendo, costruiamo una forza nel nostro profondo in modo da essere ben radicati e piantati nel terreno qualunque cosa accada.
Eihwaz ci dà l'opportunità di stare in guardia e difenderci proprio come fa l'albero di tasso.
In breve, Eihwaz significa: forza, affidabilità, fiducia, illuminazione, resistenza, difesa, protezione.
La forza che dà uno scopo e una motivazione.
Indica che hai messo gli occhi su un obiettivo ragionevole e puoi raggiungere i tuoi obiettivi.
Persona onesta di cui ci si può fidare.

Capovolta: confusione, distruzione, insoddisfazione, debolezza.  
              Fehu
 rappresenta il potere del bestiame domestico.
Poichè gli antichi popoli dell'europa settentrionale, così come molti altri popoli antichi, usavano il bestiame come forma di moneta negli scambi e nei commerci, questo potere fu in seguito trasferito all'oro grezzo e ai gioielli, quindi alle monete, per finire oggi alle banconote e agli assegni.
Fehu simboleggia tutto ciò che ricade nella sfera del denaro: potere, ricchezza, posizione sociale.
Così come ritengono numerosi autori che hanno scritto delle Rune, Fehu è simbolo del potere e delle ricchezze mobili.
Questo potere ha un lato positivo e uno negativo; esso deve essere distribuito e condiviso liberamente, poichè un eccesso di ricchezza provoca invidia e gelosia, così come avvertono il Poema Runico Islandese e quello Anglosassone.
Fehu è quindi una lama a doppio taglio che dona grande potere a chi lo condivide; lotta e guerra a coloro che non lo condividono; un assioma eternamente valido nella storia umana!
La Runa Fehu è legata a Gebo (che significa "dono") nel suo aspetto positivo, alla Runa Thurisaz per il suo aspetto negativo.
E' inoltre legata a Mannaz, anch'essa una lama a doppio taglio.
Tutte queste Rune possiedono qualità eccezionalmente positive e altrettanto negative, la differenza sta in come vengono utilizzate.
Dal momento che è legata all'oro, Fehu simboleggia anche il fuoco.
Nell'immaginario poetico degli antichi popoli nordici, oro e fuoco sono simbolicamente legati, dato che il fuoco è brillante come l'oro ed è la forma primordiale di energia mobile.
Nell'antico mitologia il fuoco può essere sia costruttivo sia distruttivo: esso viene usato dai fabbri che con la propria magia creano armi, gioielli e utensili di grande potere, ma può anche essere fuoco che distrugge case, foreste e risorse.
Il fuoco, inoltre, può essere visto anche come simbolo dell'energia interiore e dello spirito personale.
Negli incantesimi Fehu può essere usata per attirare o generare ricchezza e potere mobile.
In breve, Fehu significa proprietà vinte o guadagnate, fortuna, denaro, abbondanza, potere finanziario nel presente o nel futuro prossimo, segno di speranza e abbondanza, di successo nelle attività intraprese o che si intende intraprendere, felicità, successo sociale, energia, fertilità.
Capovolta: perdita di proprietà personale o di stima di sè.
Indica qualsiasi tipo di fallimento.
Avarizia, discordia, stupidità, povertà, schiavitù, legami negativi oppure dipendenza da qualcun altro.
Le Rune soprattutto nel Medio Evo erano utilizzate come strumento divinatorio e incidere tali lettere su due candele faceva parte di rituali propiziatori per ottenere Forza Soldi, Felicità, Amore 
Il giorno migliore per svolgere questi rituali era considerato il Sabato che guarda caso nella cultura Ebraica come già affermato corrisponde allo Shabbat , ecco quale era il procedimento del rito propiziatorio:
con un ago si incideva su un simulacro il  nome, cognome e data di nascita della persona interessata al rito.
Si ungeva con l’olio consacrato di Saturno, tale olio lo ritroviamo anche nelle Leggende di San Biagio infatti nell'incisione la mano sinistra con pollice e mignolo aperti è raffigurata mentre intinge le dita in una bacinella.
 siUna volta unto il simulacro con l'olio si pronunciavano le parole Fiat voluntas mea (la mia volontà sia fatta) e si incideva su due candele le Rune propiziatorie.
Si poneva infine il simulacro tra le due candele che venivano accese pronunciando altre frasi magiche e  infine si lasciavano consumare.
 A questo punto non ci rimane che interpretare il rito propiziatorio a cui l'incisore fa riferimento che ovviamente non è un rito ma è un messaggio riferito a qualcuno in particolare che scopriremo al termine di questo post.
Abbiamo 3 Rune  di cui rivediamo in breve il loro significato
Fehu significa  potere finanziario Politico.
Thurisaz significa:  nella sua eccezione positiva forza diretta di distruzione
Eihwaz nell'incisione la lettera risulta capovolta quindi nella sua eccezione negativa il suo significato è: confusione, distruzione, debolezza. 

Possiamo quindi sintetizzare il messaggio delle candele come il seguente:
Il Potere è rappresentato dalla candela con la doppia runa Fehu, mentre la Runa Thursaz nella sua eccezione positiva  rappresenta la forza diretta di distruzione  affiancata alla Eihwaz capovolta rafforza tale concetto ma in funzione negativa quindi di Forza distruttiva debole. Quindi:
Il Potere ha una Forza Distruttiva debole.
Ora facciamo un salto indietro e torniamo a parlare della Mitria rappresentata con una testa  di pesce poichè ci permetterà di comprendere a chi è indirizzato il messaggio contenuto nell'incisione e inoltre ci consentirà in maniera un pò probabilmente forzosa di dare  una datazione più certa sulla realizzazione di questa incisione.
Nella tradizione Cristiana la parola pesce tradotta al singolare in lingua greca è YCHTHUS (ictus) ed è stata adottata dai cristiani perseguitati nei primi secoli come acrostico(simbolo)che rappresentava Cristo Gesù.
Questo perchè in questa parola si trovano le iniziali di Yesus Christos Theou Uios Soter cioè Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore...(segue)
Nei Vangeli Gesù chiamò i Suoi discepoli "pescatori di uomini".
Matteo 4
[18] Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
[19] E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini".

Marco 1
[16]
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
[17] Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini".

Ed è  a questi 4 versetti che la Massoneria si rifà per indicare appunto nella figura del Gran Maestro di Loggia il Pescatore di Uomini (segue) di conseguenza San Biagio nelle intezioni dell'incisore rappresenta il Gran Maestro della Loggia di appartenenza e a cui egli si rivolge con un messaggio  di accusa.
A rafforzare tale ipotesi è presente sulla Mitria/pesce un simbolo che andremo ad analizzare

Da questo confronto possiamo  dedurre che il simbolo inciso sulla Mitria/pesce assomiglia molto all'OM della religione Induista.
La sua leggera diversità con il simbolo originale  è dovuta al significato che l'incisore ha voluto conferire a tale simbolo che contrasta con il significato originale
Ohm (AUM, il suono della luce) è un simbolo sacro dell'Induismo e del Buddismo, ed è carico di significati esoterici.
E' una parola in sanscrito e significa "Mettere insieme" pronunciata all'inizio e alla fine della lettura dei Veda (antiche Scritture Sacre dell'Induismo), rappresenta il divino e la potenza di Dio...è il simbolo-suono della realtà ultima.
E' l'Uno, l'Assoluto.
E' la parola che venne emessa da Dio nell'atto della crezione del mondo.
Immortale e inesauribile, è quindi espressione simbolica dello spirito creativo, il Verbo.
Le sue tre lettere rappresentano i tre stati dell'uomo (veglia, sogno e sonno proffondo), i tre stati del giorno (mattino, pomeriggio, sera), le tre facoltà ( azione, cognizione, volontà ). L'ohm viene pronunciato durante le sedute di meditazione, per entrare in sintonia con la vibrazione dell'universo e diventare unica cosa con l'universo stesso.
AUM:
La "A", "U" e "M" indicano corpo, parola e mente
(segue
Come posssiamo ben vedere i simboli A ed M sono posti in orizzontale rispetto all'originale senza essere congiunti, il simbolo è privo inoltre del semicerchio (la U) sotto il punto che indica l'infinito.
Queste diversità rispetto al simbolo originale hanno uno scopo preciso, quello  di indicare l'uomo con la Mitria (che rappresenta  il Gran Maestro) come una persona incapace non in grado di adempiere ai compiti che spettano appunto a un Gran Maestro.
Prima di passare alle conclusioni ricapitoliamo il tutto
1) La posizione delle Mani ci conferma che siamo in presenza di un 'immagine con un risvolto massonico:
Io sono e quindi costruisco le mie azioni sono ispirate dalla filosofia massonica e dalle sue credenze.
Io sono colui che sa chi è.
2) La Mitria a forma di Pesce simboleggia Il Pescatore di Anime il Gran Maestro di Loggia.
3) I simboli Runici sulle candele e il simbolo dell'OM sulla Mitria analizzati ci svelano il contenuto del messaggio che è un attacco una critica al proprio Maestro a cui viene rinfacciato di Avere un Potere distruttivo  non costruttivo e di essere quindi un debole   non all'altezza poichè manca di quei valori che lo innalzano a Dio.
La conferma a questo messaggio che abbiamo desunto dall'analisi simbolica viene confermato dal cartiglio, infatti capovolgendo la frase e invertendo da destra verso sinistra otteniamo con la tecnica dell'ambigramma la seguente frase  latina : 
A  questo punto dopo aver chiarito qual'era il vero intento di questa incisione non ci resta che cercare di datarlo.
La mancanza del nome dell'Autore e l'apparente assenza di ulteriori elementi ci rendono alquanto difficile una datazione se non impossibile.
Ad una attenta analisi però un elemento che forse  ci permetterà di avere una data c'è, la raffigurazione del Pesce sul capo di San Biagio.
Certo la mia teoria potrà sembrare alquanto azzardata ma cercherò di renderla plausibile.
Innanzi tutto dobbiamo porci una domanda, quale pesce l'autore avrà voluto rappresentare che impersonificasse al meglio il concetto che lui aveva del suo Maestro?
Probabilmente il pesce che più rappresenta il concetto di forza distruttiva è lo squalo che  è il più grande predatore presente nei mari.

La forma del corpo, allungata e compatta unita ai sensi sviluppatissimi e il suo aspetto spaventoso lo fanno il predatore perfetto.
Nel mondo occidentale è diventato il predatore più temuto del mondo animale, e per l'uomo ha sempre rappresentato Forza aggressività e ferocia.
 Confrontiamo ora questa serie di immagini con l'incisione del Pesce:  

Lo squalo in foto è il Chlamydoselachus anguineus detto squalo Anguilla o squalo serpente si notino i punti di contatto che le foto reali hanno con la raffigurazione.
Certamente tali affinità potrebbero essere considerate solo un caso ma traducendo il nome latino scopriamo che la parola:
Chlamydoselachus 
ha origine da tre parole distinte
Chlamy dos Lachus
che tradotto dal latino in italiano è
Il  Clamide (Mantello) di Lachete
A questo punto trovare analogie con il Gran Maestro a cui fa riferimento l'autore dell'incisione risulta semplice.
Il Clamide o corto Mantello è quello usato appunto dai Grandi Maestri Massoni che ne identifica il loro stato mentre Lachete che era un Comandante Ateniese fautore della pace con Sparta nel 423 considerato un Grande stratega, uomo prudente nelle sue decisioni e fautore di pace viene utilizzato dall'autore per ironizzare sul Gran Maestro paragonato  a Lachete ma definendolo tuttavia un incapace.
A questo punto se l'individuazione della specie animale e cioè del Chlamydoselachus  ci ha permesso ancora una volta di dare certezza alle nostre ipotesi  datarne la sua scoperta ci porterà a dare una data presunta all'incisione.
Il Chlamydoselachus è stato cosiderato sin dalla sua scoperta l'antenato dello squalo odierno ( e qui vi ritroviamo quel concetto di Origine alla base del Pensiero Massonico da cui appunto tutto ha inizio) per merito dello Zoologo e Naturalista Statunitense Samuel Walton Garman (18431927) che per primo lo studiò nel 1884.
Quindi se la scoperta  di questo primordiale squalo risale al 1884 si può presupporre che questa fantastica e particolare incisione possa aver trovato la luce appunto alla fine del XIX secolo.


 








































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